Taiwan, incursione di almeno 42 aerei cinesi: cosa sta succedendo

La visita di Lai a New York ha acceso l’ira di Pechino: la replica di Taipei e il primo bilancio delle incursioni

Si alza la tensione a Taiwan dove oggi 19 agosto, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Xinhua, il comando dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha lanciato pattugliamenti aerei e marittimi congiunti ed esercitazioni militari della marina e dell’aeronautica. Il portavoce del comando, Shi Yi, ha spiegato che si tratta di un «monito alla collusione dei separatisti indipendentisti di Taiwan con elementi stranieri e le loro provocazioni». Il riferimento è quindi alla visita del vicepresidente dell’isola, William Lai, a New York dei giorni scorsi. Le esercitazioni mirano ad «addestrare il coordinamento di navi e aerei militari e la loro capacità di prendere il controllo degli spazi aerei e marittimi». Oltre a mettere alla prova la capacità delle forze armate di operare in condizioni di combattimento reali.


La replica e il primo bilancio

Immediata la replica di Taiwan. Con una nota il dicastero di Taipei bolla le motivazioni di queste esercitazioni militari come «falso pretesto» che mirano a inquinare la pace e la stabilità nello Stretto e «conferma sia la mentalità militarista cinese che la natura egemonica dell’espansione militare di Pechino». Intanto Taipei fa i primi bilanci e annuncia di aver rilevato 42 incursioni di aerei da guerra cinesi nella sua zona di difesa aerea dalle 9 di oggi (ora locale) e 8 navi.


La causa dell’ira della Cina

A provocare l’ira della Cina è stata la tappa di Lai a New York e San Francisco a seguito di una visita in Paraguay, una delle poche nazioni che riconosce ufficialmente Taiwan. Pechino è contraria a ogni contatto tra i paesi occidentali e l’isola perché ritiene che possa legittimare le autorità di Taipei e mettono in pericolo la propria sovranità. Solo una tappa di transito sul suolo americano: così l’hanno definita le autorità taiwanesi. Ma la Cina non ne vuole sapere e ha condannato fermamente il viaggio, bollandolo come un’ulteriore provocazione per rafforzare la collusione con gli Stati Uniti.

Foto di copertina da archivio

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