In bancarotta l’arcidiocesi di San Francisco, il vescovo si arrende: «Troppe cause di abusi sessuali su minori»

I procedimenti giudiziari sono oltre 500 e risalenti a decenni fa

L’arcidiocesi cattolica di San Francisco, in California, ha presentato ieri istanza di bancarotta. E il motivo risiede nei costi troppo elevati che devono gestire per le oltre 500 cause giudiziarie per abusi sessuali su minori. I procedimenti sono intentati contro l’arcivescovo di San Francisco, Salvatore J. Cordileone, ai sensi del California Assembly Bill 218, che ha permesso di presentare entro il 31 dicembre 2022 denunce vecchie di decenni, che altrimenti sarebbero prescritte. Gran parte dei reati contestati, infatti, risalirebbero tra gli anni Sessanta e Ottanta e vedono coinvolti sacerdoti ormai morti o privati dell’incarico. Lo stesso arcivescovo che ha presentato la richiesta alla Corte fallimentare perché – a suo avviso – «è la soluzione migliore per fornire una compensazione giusta ed equa ai sopravvissuti innocenti e a quanti hanno subito danno consentendo allo stesso tempo all’arcidiocesi di continuare la sacra missione verso i fedeli».


«Non abbiamo i mezzi»

L’istanza «fermerà tutte le azioni legali contro l’arcivescovo cattolico di San Francisco mentre l’arcidiocesi sviluppa un piano di riorganizzazione basato sui beni e sulla copertura assicurativa disponibile da utilizzare per risolvere i reclami con i sopravvissuti agli abusi». Tutto questo nasce perché, come ha evidenziato lo stesso arcivescovo, le cause sono così tante che l’Arcidiocesi non ha né i mezzi finanziari né la capacità pratica per discutere individualmente ogni denuncia di abuso sessuale.
«Dobbiamo cercare la purificazione e la redenzione per guarire, soprattutto i sopravvissuti che hanno portato contro di loro il peso di questi peccati per decenni», ha concluso Cordileone.


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