Palermo, confermato il carcere per il terzo presunto stupratore. E uno degli indagati scoppia in lacrime davanti al gip: «Mi sono rovinato la vita»

Oggi, 22 agosto, si sono svolti gli interrogatori degli altri tre indagati che avrebbero partecipato allo stupro di gruppo del mese scorso

È stato confermato il carcere anche per il terzo indagato Christian B., uno dei tre giovani arrestati per primi con l’accusa di aver stuprato una ragazza di 19 anni lo scorso 7 luglio al Foro Italico di Palermo. Lo ha deciso il tribunale del Riesame del capoluogo siciliano, respingendo la richiesta dei suoi legali. Il ragazzo era finito in cella con Angelo F. e Gabriele d.T., per i quali i giudici avevano già ieri ha respinto l’istanza di scarcerazione. Nella giornata di oggi – martedì, 22 agosto – si sono inoltre svolti gli interrogatori degli altri tre indagati che avrebbero partecipato allo stupro di gruppo del mese scorso, come documentato sia dalla denuncia della vittima sia dall’analisi del video estrapolato dal cellulare di uno dei ragazzi presenti. Uno di loro, Elio A. ha detto davanti al gip Marco Gaeta di aver «fatto una cazzata. Nessuno di noi pensava si trattasse di una violenza. È stato un errore, un grave errore». Anche un altro dei ragazzi, nonché autore del filmato che ha ripreso la scena della violenza sessuale, è stato interrogato e davanti al gip ha affermato: «Dovevo andare via, non dovevo restare. Non mi sono reso conto di quello che stava accadendo» «Ho sbagliato a non andarmene», ha ammesso il giovane, che ha ribadito poi di non aver mai conosciuto la ragazza prima di quella sera e di essere finito per errore in una vicenda orribile.


Gli interrogatori

Prima di lui è stato Christian M. a varcare la porta dell’ufficio del giudice Marco Gaeta. «Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Ma mi è stato detto che la ragazza era consenziente», ha detto il ragazzo. «Mi sono rovinato la vita – ha aggiunto il 19enne tra le lacrime -. Mi era stato detto che la giovane era d’accordo. Ho anche una fidanzata e non avrei mai fatto una cosa simile. Io non conoscevo la ragazza, non l’avevo mai vista prima». Stando a quanto raccontato dal giovane, sarebbe stato Angelo F., uno dei tre ragazzi arrestati lo scorso 4 agosto, «ad organizzare tutto». In queste ore su TikTok è stato aperto un profilo, con il nome e il cognome dell’indagato 19enne, dove sono stati pubblicati sei video: «Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici», si legge in un post. Oppure: «Non ero in me quando è successo» e «Con che coraggio la gente insulta gli innocenti». Come verificato da Open, l’account TikTok non può essere davvero riconducibile a Christian M., dal momento che è stato creato solo di recente e, soprattutto, quando il giovane era ancora in custodia cautelare e in attesa dell’interrogatorio di garanzia.


Le indagini

L’indagine della procura di Palermo si è svolta in due fasi. La prima è culminata con gli arresti del 3 agosto, quando i primi tre indagati sono stati portati in carcere. Si tratta di Angelo F., 22 anni, Gabriele D. T., 19 anni, e Cristian B., 18 anni. Durante gli interrogatori, che si sono svolti il 4 agosto, un indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre gli altri due si sono difesi parlando di rapporti sessuali consenzienti. Due settimane più tardi, è scattato l’arresto anche per gli altri quattro presunti responsabili: Christian M., 19 anni, Samuele L. G., 20 anni, Elio A., 20 anni, e un diciassettenne – ora diventato maggiorenne – per cui ieri è stata disposta la scarcerazione e il collocamento in comunità. Il suo avvocato ha detto che il giovane ha chiarito la sua posizione e si è dimostrato collaborativo, ma la procura ha comunque fatto ricorso contro questa decisione.

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