Genova, un manager russo ottiene dalla Prefettura lo status di rifugiato

Oleg Senkevich aveva chiesto asilo politico in Italia due anni prima dell’invasione di Vladimir Putin in Ucraina

Aveva chiesto asilo politico in Italia due anni prima dell’invasione di Vladimir Putin in Ucraina. Oleg Senkevich, 47 anni, fra i più importanti manager russi, ha ottenuto lo status di rifugiato politico per le «carenze in Russia in materia di tutela del diritto al giusto processo, sovente strumentalizzate al fine di colpire oppositori politici o soggetti percepiti come tali». È accaduto a Genova, in Liguria, dove arrivò nel 2020 con un volo proveniente da Odessa, dopo una fuga passata dalla Bielorussia. Sulla sua testa pendeva un mandato di cattura per l’accusa di frode e riciclaggio per circa 10 milioni di euro di fondi pubblici. Senkevich all’epoca dirigeva una delle sezioni di RosGranitsa creata con la competenza nel settore della manutenzione delle strutture frontaliere russe. Ma soprattuto, scrive la Repubblica, era il detentore di segreti sulla spartizione dei fondi tra gli uomini di governo dell’Fsb relativi alle infrastrutture ferroviarie potenziate e rinnovate a Sochi alla vigilia delle Olimpiadi Invernali del 2014. In sostanza, secondo la tesi difensiva, il manager venne coinvolto in una “guerra” per il controllo di settori che garantiscono imponenti flussi di denaro e, quindi, di potere. Dopo aver chiesto asilo politico in Italia, il manager russo venne arrestato – due giorni dopo – in esecuzione al mandato di cattura. La Corte d’Appello, al momento di decidere per l’estradizione, la negò perché la situazione in Russia (nel 2021) «non tranquillizza per quanto riguarda i trattamenti inumani inflitti ai condannati: dagli spazi ristretti, alla limitazione dei colloqui con famigliari e difensori fino ad arrivare alla tortura». Nei giorni scorsi, infine, la decisione della prefettura di Genova che gli ha riconosciuto il diritto a rientrare fra i soggetti protetti dalla Convenzione di Ginevra del 1951.


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