Ermal Meta, l’appello a Meloni dopo le testimonianze sugli abusi: «Non ho votato per lei, ma fermiamo questa mattanza contro le donne» – Il video

Lo sfogo dell’artista sui social: «Le donne hanno paura di denunciare: siamo un Paese evoluto?»

Dopo aver invocato – tra non poche polemiche – «100 lupi» contro i sette ragazzi arrestati con l’accusa di aver violentato in gruppo una 19enne, Ermal Meta lancia un appello a Giorgia Meloni con una diretta Instagram intitolata «Il silenzio degli innocenti». Il cantante ieri ha pubblicato le tante testimonianze ricevute di donne vittime di abusi sessuali. E oggi si rivolge alla premier: «Non ho votato per lei, ma lei è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne e mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?». Il cantante riferisce, infatti, che ad accomunare la maggior parte dei racconti ricevuti, oltre che «stando a quanto emerge dalle statistiche», è l’assenza della denuncia.


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«Le donne hanno paura di denunciare: siamo un Paese evoluto?»

«Una società non può dirsi evoluta finché le donne avranno paura di camminare per strada da sole e di raccontare di essere state abusate per paura di non essere credute o addirittura ritenute colpevoli», commenta Ermal Meta. Alle donne e agli uomini che in questi giorni lo stanno riempiendo di messaggi e testimonianze, l’artista ci tiene a dimostrare la sua vicinanza: «È una cosa che mi tocca molto da vicino, l’ho raccontato nelle canzoni, consideratemi come una porta attraverso cui buttar fuori le cose». Sono diverse le canzoni di Meta che trattano il tema della violenza domestica, come Vietato Morire o Lettera a mio padre. «Non mi interessa far polemica ma cercare di riportare la voce a chi ha paura di parlare e si limita a mandare messaggi. Moltissimi dicono “Non ne ho mai parlato, tanto non mi avrebbero creduto”. Proviamo a immaginare – conclude – come vive una persona in questo modo, come può affrontare la sua vita».

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