La storia di Daniele Rinaldo, l’ingegnere malato di Sla lasciato a terra da Ryanair per il suo respiratore. La compagnia: «Non poteva usarlo»

L’uomo ha denunciato il caso all’Enac. La compagnia aerea nega di avergli impedito di salire a bordo del Cagliari-Venezia con il suo respiratore. Che però non poteva usare

Da anni Daniele Rinaldo deve convivere con la Sla, è costretto a muovere in carrozzina e non può fare a meno di stare attaccato a un respiratore. Una condizione che finora non gli aveva mai impedito di viaggiare anche in aereo, finché almeno lo scorso 21 agosto il personale di Ryanair gli avrebbe impedito di salire a bordo sul volo Cagliari-Venezia. Rinaldo è l’ingegnere che ha inventato le barriere che difendono la Basilica di San Marco a Venezia, è consulente di diversi progetti che riguardano il porto e in passato lo è stato anche per il Mose. Suo fratello, Andrea, ha appena ricevuto il “Nobel per l’acqua” in Svezia.


La lettera all’Enac

Dopo il “divieto” di salire a bordo del Cagliari-Venezia, Rinaldo ha deciso di protestare e ha scritto una lettera all’Enac con cui ha reso pubblica «una vicenda molto spiacevole, che mi ha visto involontario protagonista di una vera e propria discriminazione, in quanto disabile, da parte di Ryanair. Sono malato di Sla – racconta Rinaldo nella lettera – ma nonostante questo, da buon ex rugbista, continuo a lavorare e a cercare di vivere una vita (per quanto possibile) normale, viaggiando abbastanza spesso». In Sardegna Rinaldo ci era andato sempre con Ryanair lo scorso 29 luglio «senza problemi». Prima ancora, a maggio, aveva fatto un viaggio a Tel Aviv, anche in quel caso senza alcun problema. «Nel sito dell’Enac, alla voce “Articoli vietati in cabina”, non ho trovato traccia di questo tipo di dispositivo (il respiratore, ndr). Io ho poi esibito dichiarazione del mio medico curante della necessità di utilizzare un tale supporto alla respirazione».


La risposta di Ryanair

Quando però quel lunedì non gli è stato permesso di imbarcarsi, è iniziata la sua disavventura: «Oltre ad avermi fatto attendere ore, non ho poi ricevuto alcun tipo di assistenza, né sono stato riprotetto su altri voli». Da parte sua la compagnia aerea ha provato a precisare, spiega il Corriere della Sera, che a Rinaldo «non è stato “negato l’imbarco” dagli agenti dell’aeroporto di Cagliari a causa del suo “respiratore”. In conformità con i nostri Termini e Condizioni, quelle macchine possono essere trasportate a bordo, ma non è consentito utilizzarle. Poiché il passeggero intendeva farlo, non ha potuto viaggiare e gli è stata una offerta una riproduzione gratuita sul primo volo disponibile da Cagliari a Venezia il giorno successivo, che ha rifiutato».

L’altro caso con Ita

Il giorno dopo Rinaldo ha raccontato di aver preso un volo con Ita, pagando circa 600 euro e con il disagio di dover fare scalo a Roma: «Ritengo che questa sia a tutti gli effetti una insopportabile discriminazione in quanto disabile, forse legata a una situazione di overbooking, l’aereo era strapieno, sacrificando così una persona per cui c’era una parvenza di motivazione. Da una semplice ricerca su Google ho trovato un simile caso, verificatosi l’anno scorso sempre con loro: magari i disabili non sono graditi a bordo da Ryanair». Così Rinaldo conclude: «Mi auguro che Enac possa accertare i fatti e sanzionare la compagnia, mentre nessuno mi risarcirà per l’umiliazione subita e per i disagi fisici e psicologici miei e di chi mi accompagnava: la mia speranza è che non abbiano a ripetersi episodi di questo tipo».

Leggi anche: