Giulia Tramontano, la svolta nelle analisi: tracce compatibili con veleno per topi. La conferma dopo le ricerche di Impagnatiello

Al barman erano state sequestrate alcune confezioni di topicida ritrovate in uno zaino. L’ipotesi degli inquirenti sull’avvelenamento della ragazza incinta di sette mesi prima di essere uccisa con 39 coltellate

Gli ultimi sviluppi delle indagini sull’omicidio di Giulia Tramontano (e del piccolo Thiago che portava in grembo) hanno rivelato che nel corpo della donna erano presenti tracce di sostanze tossiche compatibili con un veleno per topi. Lo stesso tipo di topicida nascosto nella cucina della casa in cui conviveva con Alessandro Impagnatiello, il trentenne che l’ha colpita con 39 coltellate e ha fatto ritrovare dopo quattro giorni il corpo, gettato vicino a dei box a Senago (Milano). Adesso la posizione dell’uomo potrebbe aggravarsi, perché si fa più concreta l’ipotesi della premeditazione, da lui sempre respinta, e al momento non riconosciuta dal gip. Impagnatiello avrebbe infatti cercato sul web, alcuni giorni prima del delitto, informazioni non solo «come uccidere un essere umano con veleno per topi», ma anche «come uccidere una donna incinta con il veleno» e «come avvelenare un feto». Elementi che si aggiungono al sequestro di confezioni di veleno per topi che il barman teneva in uno zainetto. E al fatto che Giulia avrebbe accusato malesseri scambiati per nausea da gravidanza.


Attesa per la deposizione delle relazioni

L’autopsia era stata effettuata il 9 giugno. La consulenza medico legale non è ancora stata depositata in Procura a Milano, e dunque per il momento si tratta di mere anticipazioni, come specifica Il Giorno. Ma che hanno motivato una richiesta di proroga per i tempi delle indagini. L’obiettivo delle quali è principalmente delineare il quadro delle potenziali aggravanti per poter ottenere l’ergastolo in primo grado, oltre ai futili motivi e al legame parentale. Difficilmente potrà invece essere riconosciuta quella del duplice omicidio, dal momento che a oggi non esiste una fattispecie giuridica adeguata.


Il fatto che il corpo di Giulia sia stato in parte bruciato, inoltre, rende difficile dare l’aggravante della crudeltà: non è possibile avere la conferma all’ipotesi che Giulia sia morta dopo la prima coltellata. Nei prossimi giorni saranno depositate agli atti anche le informative conclusive dei carabinieri, le relazioni sulle analisi dei dispositivi di Impagnatiello e anche quelle scientifiche su diversi aspetti, tra cui tracce e impronte. Le indagini sono coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo.

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