Il padre di Saman Abbas è arrivato nella notte a Ciampino. Il procuratore di Reggio Emilia: «Sua estradizione è un perfetto esempio di credibilità italiana»

Proveniente da Islamabad, il Falcon 900 dell’Aeronautica Militare, è la prima estradizione attiva dal Pakistan

Shabbar Abbas, accusato dell’omicidio della figlia Saman avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, ed estradato dal Pakistan in Italia, è arrivato nella notte a Roma. L’uomo ha viaggiato a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica militare. Proveniente da Islamabad, il Falcon 900 dell’Aeronautica Militare (a bordo anche personale del servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale insieme ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia), è atterrato poco dopo la mezzanotte sulla pista dell’aeroporto di Ciampino. Sbarcato dall’aereo, Shabbar Abbas, preso in consegna dalla polaria di Ciampino, è stato condotto presso il locale ufficio di polizia giudiziaria dello scalo romano dove gli è stato notificato il decreto di custodia cautelare e il verbale. Dopo di che la polizia penitenziaria lo ha trasferito in un carcere della Capitale in attesa della definitiva traduzione in una casa circondariale emiliana a disposizione dell’autorità giudiziaria di Reggio Emilia.


Le parole del procuratore di Reggio Emilia

L’estradizione del padre di Saman è «un esempio di perfetta funzionalità e anche di credibilità del sistema giudiziario e istituzionale italiano». Lo ha detto il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci: «Significa che il sistema giudiziario italiano gode di credibilità anche in un Paese come il Pakistan», ha detto Paci. «Come ricordato ieri dal ministro Nordio, si è svolta in totale assenza di normativa bilaterale di riferimento tra i due Paesi, che potesse fungere da base di sostegno per interlocuzioni internazionali in materia di cooperazione giudiziaria con il Pakistan». L’approccio è «improntato a quella che viene definita cortesia internazionale, che ha bisogno di comportamenti concreti, di uomini in grado di comprendere il senso di questo approccio con un Paese che è caratterizzato da un ordinamento giuridico completamente diverso dal nostro e un sistema valoriale completamente diverso. Le difficoltà sono state di gran lunga superiori rispetto all’aspettativa concreta di ottenere risultati». Tutta la procedura ha avuto «rinvii, inciampi, stop and go, che non facevano sperare in un risultato con tempi tutto sommato celeri».


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