Spagna, Carles Puigdemont detta le condizioni per l’appoggio a Sánchez: «Amnistia per tutti gli indipendentisti catalani»

L’appello del leader catalano, in esilio in Belgio, divide il fronte progressista. L’ex premier socialista Gonzales: «La Costituzione non è un chewing-gum»

In Spagna prosegue a fatica l’iter per la formazione di un nuovo governo. Il 23 settembre si andrà alla conta in parlamento, con il leader dei Popolari Alberto Núñez Feijóo che proverà a superare l’asticella di 176 deputati. Un tentativo che sembra destinato a fallire, dal momento che i voti del Pp e dell’ultradestra di Vox non bastano per ottenere la maggioranza. A fare da ago della bilancia potrebbero essere i partiti indipendentisti e, in particolare, il leader catalano Carles Puigdemont, in esilio in Belgio. Oggi l’ex presidente della Catalogna ha dettato a chiare lettere le proprie condizioni: in cambio dell’appoggio al governo, Puigdemont chiede l’amnistia per gli indipendentisti catalani che sono finiti nel mirino della giustizia spagnola dopo il referendum del 2017. Il suo aut aut è già stato rifiutato categoricamente da Feijóo, che oggi ha replicato così al leader catalano: «Se proporrà l’amnistia come requisito per il mio insediamento, possiamo rinunciare al nostro incontro. Se avrà qualcosa di diverso da proporci, ne parleremo», ha detto il leader dei Popolari, citato da El País.


I dilemmi del fronte progressista

Se la porta di Feijóo resta chiusa, lo stesso non si può dire per i partiti della coalizione progressista, che ancora non si sono espressi in modo unanime sulla richiesta di amnistia avanzata da Puigdemont. Da un lato c’è la ministra Isabel Rodríguez, che – come buona parte del Psoe – non vede di buon occhio un’alleanza con gli indipendentisti catalani: «Le nostre posizioni sono agli antipodi. Per affrontare questa situazione abbiamo uno strumento, che è il dialogo, abbiamo un quadro, che è la Costituzione, e abbiamo un obiettivo, che è la coesistenza». È decisamente più possibilista la posizione di Sumar, partito di sinistra e alleato del Psoe di Pedro Sánchez. Ieri la vicepremier Yolanda Díaz ha incontrato Puigdemont a Bruxelles. Un faccia a faccia che, precisano dal palazzo della Moncloa, è stato fatto «a nome di Sumar e non del governo». La vicepremier spagnola ha definito «fruttuoso» il suo colloquio di oltre tre ore con l’ex leader catalano, mandando su tutte le furie Feijóo. «Se Sánchez non esige le dimissioni della signora Diaz è complice di questa vergogna», ha attaccato il candidato del Pp alla presidenza del governo. A confermare la spaccatura del fronte progressista di fronte alla richiesta di Puigdemont sono anche le parole dell’ex premier Felipe Gonzáles, alla guida della Spagna dal 1982 al 1996. L’ex presidente socialista non ha usato mezzi termini per esprimere la propria posizione: «La costituzione non è un chewing-gum, non entrano né l’amnistia né l’autodeterminazione».


Credits foto: EPA/Olivier Hoslet | La conferenza stampa di Carles Puigdemont al Parlamento europeo (5 settembre 2023)

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