Il console russo attacca il sindaco Sala: «Milano dà spazio ai nazifascisti di Azov»

Continuano le polemiche per il patrocinio del Comune di Milano alla mostra Eye of Mariupol

«Si parla molto di pace in Ucraina. Risulta che la città metropolitana di Milano, uno dei centri culturali, economici e politici più importanti in Europa, dà il palco per esibirsi alle forze più tenebri di matrice nazifascista. Così si scoraggia la soluzione molto ambita». Lo scrive il console generale russo a Milano, Dmitry Shtodin, in una lettera via social al sindaco Giuseppe Sala sul patrocinio alla mostra fotografica “Eye of Mariupol“, esprimendo «profondo sdegno» per la decisione del Comune «di dare spazio all’unità militare ucraina “Azov“, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutto il Donbass».


«Non sono degli eroi, sono invece degli assassini feroci»

«Ho appreso con rammarico la notizia che il Comune di Milano aveva deciso di patrocinare la mostra fotografica “Eye of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori di Mariupol“, autorizzando la sua installazione presso via Dante e il Museo del Risorgimento», scrive il Shtodin nella lettera pubblicata sul canale Telegram del consolato russo a Milano e rilanciata dai social dell’ambasciata di Mosca a Roma. «Tenendo conto che senza l’appoggio delle autorità organizzare un tale evento sarebbe impossibile, vorrei esprimerLe il mio più profondo sdegno per la decisione del Comune di dare lo spazio all’unità militare ucraina Azov, nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutta la Regione del Donbass. Sottolineo che per la popolazione locale che ha provato sulla propria pelle i crimini di guerra, i militanti del battaglione non sono degli eroi, sono invece gli assassini feroci», scrive il diplomatico. «In questi giorni la popolazione del Donbass ricorda gli 80 anni della liberazione dall’occupazione fascista il 8 settembre 1943. Se Lei gradisce, gentile Signor Sindaco, io – conclude Shtodin – nei panni del Console della mia nazione a Milano, sono sempre a Sua disposizione».


Come sono partite le polemiche

Due giorni fa Rifondazione Comunista si è lamentata della mostra chiedendo l’annullamento dell’evento.
Dietro a tutto c’è l’organizzazione dei Giovani Ucraini in Italia, UaMi, e che vede anche il patrocinio del Consolato generale dell’Ucraina a Milano. La locandina mostra il volto di Denys Prokopenko, suprematista bianco che del Reggimento Azov è stato comandante. Anche il consigliere comunale della lista Beppe Sala, Enrico Fedrighini, ha protestato: «Non in mio nome – ha dichiarato – Patrocinio del Comune ad una mostra simboleggiata dall’immagine del capo del battaglione Azov. Mi dissocio come Consigliere comunale».

La risposta del primo Municipio

A rispondere alle polemiche è stato finora il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu: «Abbiamo dato un patrocinio tecnico se così si può dire, perché spesso il Comune chiede di passare dai Municipi per questi patrocini perché si fa prima. La mostra prima che noi dessimo l’ok ha avuto il parere favorevole del gabinetto del sindaco, dell’ufficio relazioni internazionali e del comitato inter assessorile che l’ha autorizzata. Inoltre è patrocinata anche dal Consolato generale ucraino a Milano quindi dal governo ucraino». Abdu denuncia poi di avere ricevuto centinaia di mail dal Comitato per il Donbass antinazista che chiedono di sospendere la mostra. «Io da 17 anni faccio politica nel Municipio 1, non ho mai attaccato il Comune con cui sono allineato, ma non devo dimostrare di essere antifascista perché sono figlio di un egiziano e iscritto all’Anpi – ha concluso -. Noi patrociniamo cose che sono di gestione del Comune soprattutto sulla cultura».

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