Doping Pogba, la Juventus verso il divorzio dopo l’ammissione sull’integratore

Il giocatore ha trovato il prodotto “incriminato” tra medicinali e pomate. La società pronta alla risoluzione del contratto

L’ultima partita giocata da Paul Pogba con la Juventus potrebbe essere stata quella con l’Empoli. In seguito alla positività al testosterone riscontrata dopo il match con l’Udinese i bianconeri potrebbero divorziare dal calciatore. Rescindendo il contratto da 10,26 milioni di euro con bonus firmato appena un anno fa. Attualmente al giocatore è stato già sospeso lo stipendio: percepirà il minimo sindacale, che ammonta comunque a più di 42 mila euro. La risoluzione dell’accordo però potrà arrivare soltanto se arriverà la squalifica dopo la conferma della positività. La Gazzetta dello Sport fa i conti in tasca ai bianconeri: finora il centrocampista francese ha giocato soltanto 213 minuti in due stagioni. Ed è costato più di 60 mila euro lordi al minuto. 30 milioni invece è la somma che risparmierebbe la Juventus chiudendo il suo contratto.


L’integratore preso a Miami

Ieri il giocatore ha fatto sapere la sua spiegazione sulla positività al testosterone. Durante una vacanza negli Stati Uniti avrebbe preso un integratore a Miami su consiglio di un amico medico. Lo avrebbe fatto di sua iniziativa e senza avvertire la Juventus. Se la storia fosse confermata, Pogba non ci farebbe una gran figura: gli sarebbe bastato leggere il foglietto illustrativo dell’integratore per sapere che non poteva assumerlo se non rischiando una positività. La Gazzetta fa sapere che il francese, sollecitato dai medici bianconeri, ieri ha proprio trovato tra medicinali e pomate alcune confezioni dell’integratore che lo ha reso positivo al testosterone. La sua agente Rafaela Pimenta ha già detto che l’assunzione non è stata intenzionale. Una frase che servirà nel processo sportivo, per evitare il massimo della pena. Ma anche se alla fine la squalifica fosse dimezzata, due anni senza calcio per un trentenne potrebbero significare la fine della carriera ad alti livelli.


Il verdetto

Il verdetto finale è atteso per la fine del 2023. Mentre la società ha fatto sapere che si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali. L’avvocato Guido Valori, esperto di diritto sportivo e docente all’università degli studi Foro Italico di Roma, dice che in tutti i contratti è presente una clausola di risoluzione per doping. «Se un giocatore risulta positivo il contratto può essere sciolto automaticamente», spiega il legale al quotidiano. E aggiunge: «In questo momento la Juventus non ha ragioni per risolvere il contratto dal momento che può attuare la sospensione dello stipendio. Penso che aspetterà eventualmente il primo grado di giudizio. O comunque la conclusione di quello sportivo».

La risoluzione del contratto

L’eventuale risoluzione non dipenderebbe dalla lunghezza della squalifica per doping. «Quattro anni o quattro mesi in termini di legge non cambierebbero nulla. Pogba rischia fino 4 anni di squalifica nel caso in cui fosse provata, e confermata, una assunzione consapevole del testosterone. Se invece dovesse essere ritenuto colpevole, ma non volontariamente, la squalifica sarebbe inferiore: si andrebbe da un richiamo fino a 2 anni». Sulla questione integratori e doping c’è un precedente. È quello di Joao Mario del Cagliari nel 2018. Positivo a un diuretico, riuscì a dimostrarne la contaminazione di un integratore prescritto da due medici brasiliani. Prendendo alla fine solo sei mesi di squalifica.

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