Incidente Frecce Tricolori, indagato il pilota. I dubbi della procura sull’audio nella chat

L’avviso di garanzia per Oscar Del Dò è considerato un atto dovuto. Nel vocale circolato in queste ore, un militare afferma che il rischio bird strike era «acuto»

La Procura di Ivrea ha notificato al pilota Oscar Del Dò l’iscrizione nel registro degli indagati nell’inchiesta sull’incidente delle Frecce Tricolori dello scorso sabato. Il mezzo ha perso quota, forse per l’impatto con uno stormo di uccelli – il cosiddetto bird strike – e si è schiantato a terra. Nell’esplosione, è morta una bambina di 5 anni, a causa delle fiamme che hanno investito la macchina sulla quale viaggiava insieme alla famiglia. L’avviso di garanzia è stato notificato al militare dai carabinieri. È considerato un atto dovuto, ma indispensabile per poter eseguire gli accertamenti tecnici irripetibili necessari, non è legato ad accuse specifiche o ad attribuzioni di responsabilità. Le ipotesi di reato contenute nel fascicolo d’indagine sono disastro e omicidio colposo. Del Dò potrebbe essere difeso da un legale dell’Avvocatura dello Stato. «Stiamo procedendo all’acquisizione di tutti i dati tecnici», ha detto la procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione, «per cercare di ricostruire nei dettagli quanto accaduto».


Le indagini per disastro e omicidio colposo

La Procura ha già fatto sapere che gli accertamenti necessari per stabilire la dinamica non saranno rapidi. Bisogna analizzare i dati della scatola nera, confrontarli con le comunicazioni audio dei piloti e con i reperti rinvenuti a terra, sui quali la scientifica sta lavorando da giorni. Da verificare anche le misure di sicurezza delle autorità aeroportuali. Nelle scorse ore è poi emerso un audio circolato nelle chat dei militari: «Confermo: è caduto e in decollo ha fatto un bird strike fortissimo, ha preso un sacco di uccelli. Gli avevano dato per status che era “severe“. Sono decollati con tutti quegli uccelli lì, un disastro. Ha impattato, ha preso dentro tutti gli uccelli e ha crashato». In merito a questo vocale, la procuratrice ha però voluto smentire, per ora, la rilevanza nelle indagini: «Non sappiamo chi è l’autore né se è autentico: quest’audio non è agli atti».


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