Neuralink, arriva l’ok definitivo per il test sugli esseri umani: «Sono aperte le iscrizioni». Ecco chi può fare richiesta

La start-up fondata da Elon Musk introdurrà dei chip nel cervello per aiutare i pazienti con paralisi. Ma gli esperti avvertono: «Arriverà sul mercato tra almeno dieci anni»

Neuralink, la start-up fondata da Elon Musk e altri imprenditori nel 2016, ha ottenuto da un comitato indipendente di esperti il via libera definitivo dopo aver incassato lo scorso maggio quello della Fda: potrà procedere al reclutamento di persone per testare i suoi chip cerebrali. «Siamo fieri di annunciare che le iscrizioni sono aperte per la nostra prima sperimentazione sugli uomini», ha postato su X l’azienda. Neuralink punta a curare la paralisi attraverso l’implementazione di chip all’interno del cervello umano, per questo si potranno iscrivere tutti coloro che sono affetti da tetraplegia dovuta a lesioni del midollo spinale e da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). A frenare l’entusiasmo ci pensano però gli esperti: «Arriverà sul mercato tra più di dieci anni».


Cosa prevede la sperimentazione

Non è ancora chiaro quanti potranno accedere alla fase di sperimentazione. Neuralink ha contrattato con la Fda (Food and Drug Administration, l’ente regolatorio statunitense in tema di salute pubblica, ndr) la riduzione del numero di pazienti, rispetto ai 10 iniziali. Questo perché la Fda aveva espresso la sua preoccupazione sulla sicurezza della procedura. Tuttavia, né l’azienda né l’ente statunitense hanno ancora comunicato aggiornamenti al riguardo. La sperimentazione, come spiegato sul sito dell’azienda, è stata ribattezzata P.R.I.M.E. study (acronimo di Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) e infatti punta a valutare la sicurezza di un’operazione chirurgica dove un impianto (un chip) verrà inserito da un robot in una regione del cervello che controlla l’intenzione di movimento. L’uso del robot è motivato dalla necessità di posizionare fili ultra sottili e flessibili. L’impianto sarà invisibile, registrerà e trasmetterà i segnali cerebrali in modalità wireless a un’applicazione che decodifica l’intenzione di movimento. In questo modo, con il solo pensiero, i pazienti potranno controllare un cursore e la tastiera di un computer, che è l’obiettivo di questa fase.


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