Plusvalenze, cosa rischia il Napoli con l’accusa per falso in bilancio a De Laurentiis: il precedente della Juve

La procura Figc riceverà gli atti dell’indagine sul patron del Napoli dalla procura di Roma. Se dovessero emergere nuovi elementi, il procuratore Chiné potrebbe aprire un nuovo processo sportivo

Con l’iscrizione nel registro degli indagati da parte dei pm di Roma del presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis con l’accusa di falso in bilancio, cresce l’ipotesi che possa arrivare per il club azzurro un intervento della giustizia sportiva, così come era successo alla Juventus, penalizzata di 10 punti nell’ambito del filone plusvalenze. Le accuse della procura romana per de Laurentiis riguardano il procedimento sulle presunte plusvalenze fittizie sull’acquisto di Victor Osimhen, su cui lo stesso presidente ha commentato: «Siamo tutti molto sereni». Stato d’animo dettato dal fatto, spiegano dal club, che già la procura di Napoli «ha archiviato tutte le ipotesi di reato di carattere fiscale. Sulla questione del presunto falso in bilancio può decidere solo la procura di Roma: è del tutto evidente che è un atto dovuto. Ricordiamo poi – concludono dalla società partenopea – anche che il Napoli è stato già prosciolto in sede sportiva».


L’ipotesi della revocazione

Nel 2022 infatti, nonostante la richiesta di deferimento di un anno da parte del procuratore Chiné, il procedimento della giustizia sportiva si è concluso con l’assoluzione sia in primo grado che poi alla Corte di Giustizia federale. Come ricorda il Corriere, però, la procura federale potrebbe di nuovo deferire il Napoli per la stessa operazione usando l’istituto della revocazione, così come avvenuto con la Juventus. Questo scenario si realizzerebbe se il procuratore Chiné dovesse ricevere atti con nuovo elementi, che all’epoca non erano conosciuti dai giudici sportivi. In particolare la Figc aspetta le deposizioni di alcuni dei giocatori coinvolti o l’esito delle perquisizioni, mentre sarebbero escluse intercettazioni messe agli atti. Una volta che la procura Figc ha ricevuto gli atti dalla procura di Roma, avrà tempo 30 giorni per chiedere la revocazione. Sempre che i documenti rivelino esserci «l’effetto del dolo di una delle parti in danno all’altra oppure se si è giudicato in base a prove riconosciute false dopo la decisione – come recita il nuovo codice della giustizia sportiva – ma anche se, a causa di forza maggiore o per fatto altrui, l’accusa non ha potuto presentare nel precedente procedimento documenti significativi o se è stato omesso l’esame di un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel precedente procedimento». A quel punto il processo sportivo bis è un’opzione ancora possibile con una possibile penalizzazione del Napoli, a campionato in corso.


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