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Ponte sullo stretto, Fratelli d’Italia frena l’entusiasmo di Salvini. Foti: «Difficile prima pietra nel 2024»

27 Settembre 2023 - 13:27 Felice Florio
Il leader della Lega, da mesi, promette che il cantiere si aprirà durante la prossima estate

A Pontida, più di qualcuno ha protestato contro le abbastanza recenti attenzioni del Carroccio verso il Sud Italia e le sue infrastrutture. Lega delle origini contro Lega salviniana: tra i 15 mila militanti radunati sul pratone lo scorso 17 settembre, diversi hanno criticato la scelta del segretario di annoverare il Ponte sullo Stretto tra le battaglie identitarie del partito. Matteo Salvini, dal canto suo, non fa che rivendicarlo da mesi: il ponte si farà. E sempre pubblicamente ha scommesso sulla data di apertura dei cantieri: estate 2024. L’ultima volta che il segretario ha ripetuto il cronoprogramma è oggi, 27 settembre. Salvini, davanti alla platea del 67esimo congresso nazionale degli Ordini degli ingegneri, ha affermato: «L’obiettivo è aprire i cantieri, dopo 52 anni di parole, nell’estate dell’anno del Signore 2024. La chiusura dei cantieri è prevista nel 2032 e a Dio piacendo, perché ovviamente non è tutto fattore umano, il nostro obiettivo è che il primo treno, la prima auto, la prima moto attraversino il collegamento stabile Palermo, Roma, Milano, Berlino, Stoccolma entro il 2032. L’obiettivo che ci siamo dati è questo e io penso che per l’ingegneria e l’industria italiana sarà un’immagine nel mondo con pochi precedenti nella storia repubblicana».

Quasi in contemporanea, il capogruppo di un altro partito ha sollevato dei dubbi sulla linea temporale disegnata da Salvini. Non si tratta di un esponente dell’opposizione, ma di Tommaso Foti. Il deputato di Fratelli d’Italia, parlando della prossima legge di Bilancio, ha detto: «Il ponte in manovra è una spesa d’investimento e quindi penso possa essere una posta di bilancio che riguarda un programma pluriennale. Nel 2024 bisogna vedere, io dubito che – il prossimo anno – saremo già agli appalti». Fuori da Montecitorio, il presidente del gruppo meloniano alla Camera ha spiegato così il suo scetticismo sulla tabelle di marcia del leghista: «In genere i soldi servono per la progettazione e per gli appalti, ma servono più per gli appalti. Allo stato mi pare che non abbiamo un progetto esecutivo, poi io non mi occupo della progettazione. Prudenzialmente posso pensare che nel 2024 ci possa essere il progetto esecutivo» e, probabilmente, nessuna posa della prima pietra.

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