Ponte di Messina, Salvini mostra un Topolino del 1982 che lo celebrava. Peccato per il finale – Il video

Il ministro voleva sottolineare l’importanza dell’opera, ma nel fumetto l’infrastruttura veniva distrutta dopo poco

Sta facendo discutere, nelle ultime ore, una diretta Facebook del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Oggetto della discordia, in particolare, è un numero di Topolino: un fumetto del 1982 che il vicepremier del governo Meloni ha mostrato alle telecamere. Il tema della storia richiamata sulla copertina, infatti, era il ponte sullo stretto di Messina, uno degli obiettivi dichiarati dell’attuale esecutivo: Salvini ha utilizzato il fumetto per ribadire l’importanza dell’opera e il suo impegno a realizzarla. Più di qualcuno, però, ha accusato il ministro di non esser andato oltre la prima pagina: nella storia presente all’interno del numero infatti, dal titolo «Zio Paperone e il ponte di Messina», l’infrastruttura non fa una bella fine.


La narrazione (sceneggiata da Giorgio Pezzin e disegnata da Giorgio Cavazzano) è ambientata a Paperopoli, nel 1982: Zio Paperone fiuta l’affare legato alla costruzione del Ponte, e decide di partecipare a un concorso dello Stato italiano, per presentare entro 6 mesi il progetto risolutivo. Alle numerose soluzioni ipotizzate (un viadotto appeso a enormi palloni aerostatici, una galleria di gomma…) corrispondono però altrettanti fiaschi. Fino a che l’avaro e ricchissimo Papero non decide di optare per un ponte di corallo: idea che verrà però realizzata dal suo acerrimo rivale, Rockerduck. Nessuno dei due, tuttavia, uscirà vincente: i turisti si accaparreranno avidamente pezzi del ponte, come souvenir, rivelando quanto fosse fallimentare anche la soluzione ritenuta migliore.


Insomma, una storia tutt’altro che celebrativa, a differenza di quanto affermato da Salvini. Che ha commentato, riferendosi al fumetto: «Che nostalgia, costava 700 lire e celebrava i cantieri e i lavori per il ponte sullo stretto di Messina. Sono passati 41 anni e non c’è traccia del ponte anche se i progetti agli italiani sono già costati dei quattrini ma è un diritto alla mobilità e continuità territoriale per milioni di siciliani che devono andare a farsi curare, devono studiare, andare a lavorare senza aspettare ore i traghetti. Ecco, l’obiettivo è dare una risposta dopo 50 anni di chiacchiere».

Leggi anche: