«Mi segregava»: così Elisabetta Bacchio ha fatto uccidere il marito Salvatore Bramucci a Viterbo

L’omicidio con la complicità della sorella. L’app per monitorare gli spostamenti inserita nel cellulare

Elisabetta Bacchio, 46 anni, ha fatto uccidere il marito Salvatore Bramucci da due sicari e con la complicità della sorella Sabrina. Questa è l’accusa della procura di Viterbo che l’ha portata in carcere a Civitavecchia. Bramucci il 7 agosto 2022 a Soriano nel Cimino era stato bloccato mentre era alla guida della sua Chevrolet Captiva e assassinato con diversi colpi di arma da fuoco. Le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo, coordinati dal Pm Massimiliano Siddil, a distanza di un anno da quella mattina, portarono all’arresto il 13 settembre scorso con l’accusa di omicidio premeditato in concorso, di due 49enni originari di Roma e residenti a Guidonia. Ovvero Lucio La Pietra e Antonio Bracci. Il 22 ottobre 2022 le manette sono scattate anche per Sabrina.


I maltrattamenti

Infine è toccato alla moglie. Secondo le indagini imputava al marito una serie di maltrattamenti. Oltre al fatto di lasciarla segregata in casa. «Non ce la faccio più», avrebbe detto al telefono proprio alla sorella in più occasioni. Bramucci era un noto pregiudicato legato alla malavita romana. Che spesso bussava alla sua porta per chiedere favori o soldi. La 46enne avrebbe rivoluto la sua libertà. Per questo ha progettato con la sorella l’omicidio. Ma secondo gli inquirenti è Elisabetta «la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell’attacco. Della quale molto probabilmente è stata l’ideatrice. Con un piano che prevedeva il controllo degli spostamenti del marito. Attraverso un’applicazione che monitorava il suo cellulare.


Il piano

Il 57enne viveva nel viterbese e poteva uscire soltanto sei ore al giorno a causa di una condanna da scontare agli arresti domiciliari. Gli orari di libera uscita sono stati modificati qualche giorno prima della morte. E dalle carte dell’inchiesta, racconta Il Messaggero, emerge la conversazione tra sorelle che fa parte del piano: «Non esce più alle 8, ora esce alle 9», è uno dei dialoghi tra le sorelle. E ancora, il 2 agosto: «Come siamo messi?». Il 7 agosto la risposta degli altri: «Noi siamo in preparazione eh?». Qualche giorno dopo Bramucci viene raggiunto da sei colpi di pistola. I killer sarebbero tre. Dopo l’omicidio lei sembra voler collaborare con gli inquirenti. Fornisce agli investigatori l’agenda del marito. Lì ci sono nomi e cifre: sono soldi che lui doveva riscuotere.

«A Tenerife con la figlia»

Dice agli investigatori che voleva trasferirsi a Tenerife con la figlia. In questo modo fa concentrare le indagini su altre piste rispetto a quella familiare. Ma i soldi e i gioielli non verranno mai trovati dalle forze dell’ordine. Il sospetto è che Elisabetta li abbia nascosti mentre i killer uccidevano il marito.

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