No! La Ghiandola pineale calcificata non è dovuta a un avvelenamento col fluoro dei dentifrici

Perché il fluoruro di sodio non è responsabile della calcificazione della epìfisi

Circolano diverse condivisioni Facebook sul complotto della ghiandola pineale «calcificata» per volere dei governi. A causare questo fenomeno sarebbe il «fluoruro di sodio», noto per essere la fonte di fluoro più comune nei dentifrici. Quindi ci controllerebbero attraverso l’igiene dentale. Ovviamente dobbiamo dedurre che per qualche ragione chi crede a questa narrazione – per quanto tenga alla pulizia dei denti – sarebbe immune a tale effetto.

Per chi ha fretta:

  • La calcificazione della ghiandola pineale è un fenomeno già noto non collegato all’assunzione di fluoro che può aumentare con l’età.
  • Il fatto che il fluoro abbia una affinità col calcio già presente è un risultato altrettanto noto e non bisogna confondere la causa con l’effetto.
  • Non esistono studi che dimostrino un avvelenamento da fluoro o da fluoruro di sodio finalizzato al danneggiamento della ghiandola pineale.

Analisi

Questo fantomatico avvelenamento costante mediante l’inserimento del fluoruro di sodio anche nelle bevande e negli alimenti, sarebbe stato dimostrato verso la fine degli anni ’90 dalle ricerche di Jennifer Luke. Il fluoruro di sodio sarebbe «attirato dalla ghiandola pineale come una calamita», calcificandola, impedendoci di «assorbire le frequenze più alte», impedendoci di «sbloccare il nostro pieno potenziale». Qualsiasi cosa significhino tutte queste bubbole il punto è capire se effettivamente esistano studi che le dimostrino. E non ci sono.

Chi ha scritto il filmato in oggetto condiviso su Facebook, offre anche una soluzione per decalcificare la pineale, una volta escluso il floruro di sodio dalle nostre vite: assumere il tamarindo, un frutto africano che sarebbe in grado di disintossicarci. Esisterebbe un altro studio a dimostrazione di tutto questo, secondo la narrazione. E via così: il filmato prosegue in un crescente delirio new age, basato sulla apertura del fantomatico «terzo occhio», resa possibile fissando il sole.

Ghiandola pineale calcificata e altri deliri

La ghiandola pineale, meglio nota come epìfisi, si trova nel del cervello di tutti i vertebrati. Quindi ce l’abbiamo anche noi. È una ghiandola endocrina che produce l’ormone noto come melatonina ed responsabile dell’orologio interno del nostro corpo. L’epifisi da diverso tempo è al centro di diverse medicine alternative e teorie del complotto. Tra i principali Vip che hanno contribuire a diffondere dagli Stati Uniti l’idea che il floruro causasse scientemente la calcificazione della ghiandola troviamo il rapper Kanye West, il quale ne ha parlato anche in una puntata del podcast di Joe Rogan, il 24 ottobre 2020.

Ma a parte i solisti americani maledetti, non sembrano esistere evidenze in merito a un avvelenamento della popolazione mondiale mediante il fluoruro di sodio contenuto nei dentifrici o nell’alimentazione. I colleghi di Health Feedback che si sono occupati per primi della narrazione citano in particolare il Meedan’s Health Desk (servizio online simile al nostro Dottore ma è vero che), dove degli scienziati danno «risposte rapide alle domande sulla salute per fact-checker e giornalisti»:

Contrariamente ad alcune affermazioni online – spiegano gli scienziati -, al momento non ci sono dati che suggeriscano che il dentifricio abbia un impatto sul piccolo organo del nostro cervello responsabile della produzione di melatonina. Il trattamento topico con fluoro è fondamentale per prevenire la carie e le conseguenti infezioni.

Le ricerche di Jennifer Luke

Vediamo allora di cosa parlano le ricerche di Jennifer Luke, che sembrano contraddire quando affermano generalmente gli esperti. Il primo la voro risale al 1997 ed è la sua tesi di laurea, presentata alla Scuola di Scienze Biologiche dell’Università del Surrey. Ma fa riferimento a un gruppo di gerbilli nutriti con del cibo ricco di fluoro. Gli animali producevano quindi meno melatonina e uno sviluppo sessuale precoce nelle femmine rispetto ai maschi. Secondo le conclusioni riportate «I risultati rafforzano l’ipotesi che la pineale abbia un ruolo nello sviluppo puberale», mentre non si fa riferimento a fantomatici pericoli per la salute umana dovuti a una eccessiva assunzione di fluoruro di sodio.

Nel marzo 2001 Luke fa un salto in avanti, con uno studio dal titolo «Deposizione di fluoro nella ghiandola pineale umana anziana». Qui però la ricercatrice non fa altro che “scoprire” un dato già noto. Dai suoi risultati ricavati su 11 cadaveri, Luke riporta che la ghiandola pineale aveva accumulato una quantità di fluoro pari a quella riscontrata nei denti dei defunti, in oltre questi livelli erano correlati con la quantità di calcio nella ghiandola pineale. Si tratta però di risultati attesi, infatti la calcificazione della pineale tende ad aumentare con l’età, e il fluoro ha un’elevata affinità per il calcio. Ecco cosa riporta uno studio pubblicato nel 2015 sull’American Journal of Neuroradiology:

Le calcificazioni intracraniche fisiologiche diventano sempre più diffuse con l’avanzare dell’età – spiegano i ricercatori -, ma possono essere riscontrate nei bambini e negli adulti. È noto che la calcificazione della regione pineale è presente istologicamente dalla vita fetale all’età adulta.

Insomma, si confonde la causa con l’effetto. Ecco cosa riporta la pagina dedicata alle «Assunzioni dietetiche di riferimento per calcio, fosforo, magnesio, vitamina D e fluoro» della National Library of Medicine:

La ritenzione frazionaria o l’equilibrio del fluoro a qualsiasi età dipende dalle caratteristiche quantitative dell’assorbimento e dell’escrezione – continuano gli autori -. Negli adulti sani, giovani o di mezza età, circa il 50% del fluoro assorbito viene trattenuto nei tessuti calcificati e il 50% viene escreto nelle urine.

Conclusioni

Alla luce degli studi in merito al fenomeno delle calcificazioni intracraniche, in particolare nella ghiandola pineale, non vi sono evidenze che questa sia collegata causalmente al fluoro o al fluoruro di sodio che possono essere assunti dalle persone nella vita quotidiana.

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