No! La NASA non sostiene di aver perso la tecnologia per andare sulla Luna

L’Agenzia spaziale americana non ha mai detto che non ha più le tecnologie per tornare sul nostro satellite naturale

La distorsione dei fatti può raggiungere vette altissime nel negazionismo degli allunaggi delle missioni Apollo. Consideriamo per esempio alcune condivisioni Facebook dove si sostiene che la NASA avrebbe ammesso di aver perso la tecnologia per andare sulla Luna. Il tutto parte dal fatto che sono andate perdute le registrazioni televisive originali degli allunaggi. Come da questo si arrivi a sostenere tutto il resto è forse il vero mistero.

Per chi ha fretta:

  • Secondo la narrazione la NASA avrebbe ammesso di aver perso la tecnologia per tornare sulla Luna.
  • Si tratta di una narrazione del 2015 e riguarda le dichiarazioni di un portavoce del Comitato d’Inchiesta della Federazione Russa.
  • Tali dichiarazioni sono state travisate, infatti il portavoce precisa di non negare gli allunaggi.
  • La perdita dei nastri originali e la penuria di campioni lunari non possono dimostrare una mancanza di tecnologia.
  • Le missioni Artemis attualmente in corso che riporteranno l’Uomo sulla Luna smentiscono palesemente questa vecchia narrazione.

Analisi

Ecco il testo della condivisione in oggetto:

La NASA, stanca delle numerose richieste di mostrare i “nastri originali dell’allunaggio”, ha dichiarato di averli persi. Tutte le 700 cassette. E gli americani non possono ancora tornare sulla Luna, perché hanno perso anche la tecnologia.

Così oggi, quando qualsiasi smartphone ha più potenza di elaborazione di tutti i computer del 1969 messi insieme, la NASA sostiene che non possiamo tornare sulla Luna perché abbiamo “perso la tecnologia”.

Abbiamo perso la tecnologia per realizzare le tute spaziali e tutte le singole soluzioni ingegnose, dall’esclusiva protezione dalle radiazioni all’ingegnoso controllo della temperatura. Abbiamo perso i veicoli di lancio superpesanti senza i quali l’allunaggio è impossibile. Abbiamo perso la capacità e la tecnologia per realizzarli. Hanno perso tutto il suolo lunare (quasi 300 kg!) e ora stanno elemosinando diversi grammi di campioni da altri Paesi.

Il post circola con delle modifiche e a volte senza immagini:

La NASA ha perso la tecnologia per tornare sulla Luna?

L’origine di questa narrazione risale molto probabilmente al 2015, quando vennero travisate le critiche di Vladimir Markin, portavoce del Comitato d’Inchiesta della Federazione Russa apparse sul quotidiano russo Izvestia. Come spesso accade quando si tratta la teoria del complotto sulla NASA e il negazionismo degli allunaggi, ci imbattiamo in una analisi dell’epoca del decano dei debunker italiani, Paolo Attivissimo. Che si tratti di una vecchia narrazione lo capiamo anche dal fatto che chi la condivide non si accorge come il testo ometta il fatto che noi sulla Luna ci stiamo tornando con le missioni Artemis, quindi la tecnologia è palesemente nota.

In merito alle dichiarazioni di Markin «andando a leggere la dichiarazione completa – spiega Attivissimo – emerge una frase che sgonfia subito gli entusiasmi di chi crede alle fantasie di complotto: “Non stiamo affermando che non hanno volato e che hanno soltanto girato un film.”». Per quanto riguarda la perdita dei nastri e sulla carenza di campioni lunari ci sono delle spiegazioni piuttosto banali e documentate:

A chi volesse saperne di più sulla questione dei nastri perduti e sui formati video e le tecniche di registrazione fuori standard che portarono alla perdita delle registrazioni originali – continua Attivissimo -, consiglio la lettura del libro Live TV from the Moon, di questa mia sintesi della questione, della pagina 148 del mio libro Luna? Sì, ci siamo andati!,delle pagine apposite della stazione australiana di Honeysuckle Creek che ricevette i segnali dalla Luna, e la visione del DVD/BluRay Live from the Moon.

Anche la ricerca dei campioni lunari che secondo Markin sarebbero scomparsi senza traccia non dovrebbe essere difficile: la maggior parte è infatti conservata sempre a Houston, come ho potuto constatare di persona di recente, e il resto è nei laboratori di geologia di vari paesi e nei musei del mondo, dato che alcuni campioni furono donati ai governi. Alcune rocce lunari sono effettivamente andate smarrite per vicissitudini politiche e in alcuni casi per semplice furto, ma si tratta di una frazione relativamente modesta.

Conclusioni

L’idea che la NASA abbia ammesso più o meno esplicitamente di non avere più la tecnologia per tornare sulla luna non è nuova. I riferimenti alla perdita dei nastri originali e dei campioni presi dal suolo hanno probabilmente origine dalla distorsione delle affermazioni di un portavoce del Comitato d’Inchiesta della Federazione Russa pubblicate nel 2015.

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