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Dieci bufale sulla Luna che dovreste smettere di condividere sui social network

23 Luglio 2019 - 06:19 Juanne Pili
Archiviamo le celebrazioni per il cinquantenario dell'impresa lasciando in dono ai negazionisti il decalogo delle smentite alle loro pseudoprove

Alcune delle più grandi tesi di complotto sulle missioni Apollo possono essere raggruppate assieme in una di quelle più note: l’allunaggio sarebbe stato una gigantesca messa in scena cinematografica. Il regista? Ovviamente Stanley Kubrick.

In cambio la Nasa gli avrebbe consegnato una cinepresa di nuova generazione – un obiettivo fotografico ipersensibile, capace di funzionare con pochissima luce – che gli sarebbe tornata utile per le riprese del film Barry Lyndon.

Eppure la rappresentazione di Kubrick dei viaggi spaziali in 2001 Odissea nello Spazio, non sembra corrispondere a quel che sarebbero stati poco dopo con la corsa verso la Luna, specialmente quando rappresenta il suo modulo lunare.

C’è chi sostiene che solo Apollo 11 sarebbe stata una messa in scena, mentre le altre avvennero davvero. Altri ritengono che ci siamo andati, ma le foto sono venute male. Infine c’è anche chi tira in ballo gli alieni, i quali avrebbero causato la brusca conclusione del programma Apollo, con la 17° missione, mentre ne erano previste 20.

Ma in questo vasto mondo del Lunacomplottismo esistono numerose tesi e presunti indizi che non possono essere rappresentati tutti assieme nello spazio di un articolo. Di seguito presentiamo le dieci bufale cospirazioniste sugli allunaggi che sembrano le più convincenti a un primo sguardo, mentre come vedremo si sciolgono come neve al Sole alla minima verifica.

01. La bandiera che sventola

L’argomento della bandiera che si vedrebbe sventolare ha una spiegazione talmente evidente ormai, che solo i complottisti più coraggiosi oserebbero sfoderarlo. Eppure c’è ancora chi lo prende sul serio. 

Tanto che la stessa deputata del M5s Marta Grande si è trovata a dover canzonare alcuni avventori del suo profilo Facebook, consigliando loro di acquistare anche loro un flag holder. Questo strumento serviva a tenere la bandiera spiegata visto che in mancanza di atmosfera si sarebbe chiusa attorno all’asta.

Tant’è vero che nei filmati gli astronauti che passano vicino alla bandiera non riescono a smuoverla di un millimetro, cosa che invece dovrebbe accadere in presenza di una atmosfera.

Fonte: Facebook | Il post pubblicato dalla deputata M5s

02. Stelle assenti

Verrebbe da chiedersi come mai Stanley Kubrick si fosse scordato di fare quel che chi prepara il presepe a Natale saprebbe fare con maestria: ovvero l’effetto delle stelle nel cielo. 

Molto semplicemente, le cineprese dovevano funzionare mentre la superficie lunare era illuminata a giorno dal Sole, ragione per cui vennero regolate per ridurne il bagliore, cosa che fece sparire le stelle, ben più fioche.

03. Riflettori cinematografici

Cosa si vede nel casco dell’astronauta della missione Apollo 12 Alan Bean? Sembra il riflesso di una fila di riflettori. Invece no: se diamo un’occhiata all’immagine originale ad altissima risoluzione scopriamo che si tratta di abrasioni nel vetro del casco.

Fonte: NASA | Apollo 12/Alan Bean

04. Ombre anomale

Le ombre considerate anomale sulla Luna, perché si presentano in maniera spesso non parallela – come se ci fossero dei riflettori – dipendono solo da un effetto della prospettiva. 

Ricordiamo che la mancanza di atmosfera rende notevolmente difficile ai nostri occhi valutate le distanze e le dimensioni reali del paesaggio lunare, arricchendo questo effetto ottico.

A questo si aggiungono altre presunte anomalie dovute alla natura del terreno e alla scarsa qualità delle immagini utilizzate (spesso copie, di copie di quelle originali).

Sulle ombre si potrebbe approfondire ulteriormente. Sono state prodotte le tesi più disparate, rimandiamo al blog di Paolo Attivissimo Complottilunari per ulteriori approfondimenti.

Fonte: YouTube | Paolo Attivissimo/Luna e ombre anomale?

05. Luci errate 

In certe situazioni sembra che oggetti e astronauti posizionati in zone d’ombra appaiano soprendentemente chiari, mentre ci si aspetterebbe di vederli oscurati. Questo secondo i complottisti sarebbe indice della presenza di riflettori cinematografici.

In realtà, come mostravamo prima spiegando l’assenza delle stelle, la superficie lunare riflette ampiamente la luce del Sole, cosa che la rende una potente fonte di luce aggiunta. Sono particolari che i fotografi abituati sulla Terra potrebbero facilmente fraintendere, ed effettivamente alcuni di loro ci sono cascati, ammantando di autorevolezza tesi totalmente infondate. 

Fonte: NASA | Buzz Aldrin sulla scaletta del modulo lunare (Lem). Da cosa è illuminato?

06. Le impenetrabili Fasce di Van Allen

Come avevamo già trattato, le Fasce di Van Allen sono presenti nella magnetosfera. Certamente sarebbero pericolose se affrontate a bassa velocità e senza opportuni accorgimenti di rotta, che possono essere facilmente adoperati.  

Fonte: Wikipedia | Le fasce di Van Allen

07. L’impossibile ripresa del decollo del Lem

Come mai nelle riprese delle missioni Apollo 15, 16 e 17 possiamo vedere il modulo lunare (Lem) decollare? Secondo i complottisti questo si spiegherebbe proprio con la presenza di un set cinematografico. 

In realtà si tratta della cinepresa montata sul rover lunare, il mezzo che venne utilizzato in queste ultime missioni per effettuare escursioni prolungate. Riprese e zoom potevano essere programmate, senza bisogno di chissà quale tecnologia avanzata.

Fonte: NASA | La partenza del Lem nella missione Apollo 17

08. Non esisteva la tecnologia sufficiente

Gran parte dello sforzo veniva compiuto dal razzo Saturn V (il vettore delle missioni Apollo) per vincere la gravità terrestre. In orbita attorno al nostro pianeta si perdeva già il 90% di tutto il razzo.

Computer di bordo, giroscopi e comandi manuali vennero affinati dopo anni di esercitazioni e missioni intermedie, con non pochi problemi, come quelli che avvennero durante le missioni Apollo 10 e 11, con la guida del Lem. 

La tecnologia messa a punto, oltre ad anticipare il boom della miniaturizzazione tecnologica che avremmo avuto decenni dopo, ha permesso anche lo sviluppo di vari strumenti utili tanto nell’esplorazione spaziale quanto sulla Terra, come mostra un apposito database della Nasa consultabile gratuitamente: Nasa Spinoff.

09. Sassi contrassegnati con delle lettere

Al momento risulterebbe solo un sasso in particolare, il quale sarebbe stato contrassegnato con una lettera “C”, come se si trattasse di un oggetto di scena appositamente posizionato.

Anche in questo caso, come in molti altri, il “trucco” sta nella scarsa qualità delle immagini utilizzate. Si tratta di un banale pelo finito lì durante una scansione dell’immagine originale, dove infatti non compare.

Fonte: NASA |Il presunto sasso contrassegnato con una “C”

10. Le pellicole si sarebbero distrutte se sottoposte alle temperature lunari

Le oltre 300 foto scattate durante la missione Apollo 11 vennero realizzate con fotocamere Hasselblad e sono conservate a una temperatura di -17°C negli archivi della Nasa, assieme a quelle scattate durante le successive missioni. Parliamo in tutto di circa 20mila immagini.  

Paolo Attivissimo ha riportato con precisione nel suo saggio Luna? Sì, ci siamo andati! il tipo di pellicole utilizzate:

«Kodak Ektachrome MS ed EF a colori, in formato 70 mm, con sensibilità di 64 e 160 ISO rispettivamente, e Kodak Panatomic- X in bianco e nero, sempre in formato 70 mm, con sensibilità di 80 ISO (nella documentazione d’epoca delle missioni lunari la sensibi- lità delle pellicole è riportata in ASA, che equivalgono esattamente ai valori ISO odierni)».

Le pellicole venivano alloggiate in appositi caricatori derivati da quelli utilizzati dall’Aeronautica militare in alta quota, garantendo un isolamento tale da poter sopportare temperature tra -40°C e 254°C.

NASA/La fotocamera Hasselblad utilizzata nelle missioni Apollo

Per approfondire:

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