Putin celebra il primo anniversario dall’annessione di Donbass, Zaporizhzhia e Cherson: «Avete avuto coraggio»

Le regioni sono state annesse da Mosca un anno fa, in seguito un referendum sulla cui legittimità ci sono più ombre che luci

«Cari cittadini russi, mi congratulo con voi per il Giorno della riunificazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, e delle regioni di Zaporizhzhia e Cherson con la Russia. Un anno fa, il 30 settembre, ha avuto luogo un evento decisivo, veramente storico e fatidico: l’ammissione di quattro nuovi soggetti alla Federazione Russa». Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin ha celebrato il primo anniversario dell’annessione dei territori ucraini alla Russia, avvenuto il 30 settembre 2022 in seguito a un presunto consenso del 93% indicato dal precedente referendum che l’Onu considerava «impossibile definire un’espressione genuina della volontà popolare», visto che si svolse sotto il controllo di Mosca nel pieno della guerra. Tutt’altra la narrazione di Putin sull’agenzia stampa di Stato Tass. Secondo lo zar gli abitanti del Donbass «hanno mostrato coraggio e carattere inflessibile».


La propaganda

Il messaggio è stato pubblicato a mezzanotte di oggi, 30 settembre 2023, a venti giorni da una tornata elettorale regionale che ha visto almeno formalmente trionfare il partito di Putin – Russia Unita – proprio nelle regioni sottratte all’Ucraina, con punte di consenso che sfioravano l’80% oltre a un tasso di partecipazione altissimo. Anche in questo caso le autorità internazionali sono state molto chiare nel ribadire che si tratta di dati impossibili da verificare, e che quindi Mosca potrebbe aver semplicemente inventato. D’altronde, è difficile immaginare un’affluenza del 70% in territori che rimangono stretti nella morsa del conflitto. Ora Putin parla del coraggio della popolazione filorussa che avrebbe resistito alla presunta «guerra civile, su larga scala» iniziata da Kiev nelle regioni Donbass e Novorossiya (Nuova Russia). Putin sostiene che le persone nelle nuove regioni si sentono parte del popolo russo. «Ed è nostro dovere difenderli», di legge sull’emittente propagandistica.


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