Lollobrigida e lo spettro del governo tecnico: «Lo spread è più basso di quando abbiamo iniziato. Dopo Meloni ci saranno le elezioni»

Nell’intervista al Corriere della Sera, il ministro difende l’operato dell’esecutivo

«Una cosa è certa», assicura il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, «dopo il governo Meloni, tra 4 anni o quando dovesse finire, ci saranno le elezioni». L’esponente del governo Meloni torna sui timori della premier, che negli scorsi giorni ha definito l’eventuale necessità di un governo tecnico «un complotto» per mano di «giornali, poteri forti e sinistra». Il riferimento più diretto – «come successo ad altri prima di me» – è quello a Mario Monti, che nel 2011 prese il posto di Silvio Berlusconi mentre il grafico dello spread si impennava. Scenario che sicuramente non può verificarsi ora, continua Lollobrigida, nonostante la recente salita dell’indicatore. «Lo spread è più basso di quando abbiamo iniziato ma non è un indicatore per valutare un governo», spiega il ministro all’Agricoltura, che assicura: «FdI, che in Parlamento è decisivo, non convergerà su alcun governo tecnico. O non uscito da un voto popolare».


La situazione economica

«Tifosi della crisi anticipata – continua Lollobrigida – sono scesi in campo dal giorno dopo l’insediamento del governo Meloni. Paventavano isolamento internazionale, violazioni dei diritti, economia allo sbando. Nulla si è verificato. E in realtà non c’è alcuna alternativa possibile. Alle amministrative, in Lombardia, nel Lazio, in Friuli-Venezia Giulia, in Molise abbiamo stravinto». Tornando sullo spread: «Anche all’opposizione non abbiamo mai considerato questi indicatori per valutare la solidità di un governo». Per quanto riguarda le cause della condizione economica dell’Italia, definita ieri dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti «più delicata di quanto prefigurato in primavera», Lollobrigida ribadisce: «La crisi è congiunturale e nessuno ne è esente. Ma al netto delle ragioni internazionali, dalla guerra in Ucraina ai colpi di Stato in Africa, noi subiamo l’effetto di superbonus e reddito di cittadinanza».


Le privatizzazioni e il patto anti inflazione

Per ricavare fondi per la manovra, Giorgetti ieri ha annunciato privatizzazioni per l’1% del Pil: «Sempre stati contrarissimi a privatizzare asset e reti strategiche. Ma favorevoli a un quadro sistemico con una compartecipazione dei privati in altre realtà economiche», commenta Lollobrigida. Dal suo ministero, Lollobrigida punta ad aiutare le tasche degli italiani con il patto anti inflazione. «Se 32 realtà intermedie si accordano per ridurre il proprio margine su prodotti di un paniere è un segnale e qualcosa di concreto. Lo abbiamo visto con la carta “Dedicata a te”: è un sostegno per i più fragili, ma ha anche un effetto moltiplicatore garantito da sconti ai prodotti aggiunti da filiere e distribuzione», illustra il ministro che avverte: «Il taglio delle accise è un obiettivo di mandato».

L’immigrazione

Per quanto riguarda le tensioni con la Germania sul tema dell’immigrazione, Lollobrigida commenta: «In realtà c’è un dialogo in corso. Questo governo non ha un alleato del cuore, ma, sui singoli temi, guarda sempre all’interesse degli italiani per costruire coalizioni utili a difenderlo. Meloni ha avuto il merito di far tornare centrale l’Italia nell’imporre un’agenda di corresponsabilizzazione. E adesso la gran parte degli Stati europei sono con noi per convincere la Germania ad avere un atteggiamento più solidale e coerente».

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