Campi Flegrei, la Protezione Civile prevede nuovi terremoti: resta l’allerta gialla. E il governo si appresta a varare il piano di evacuazione

La situazione nella zona sismica esaminata oggi dalla commissione nazionale Grandi Rischi. Presto in Cdm un decreto ad hoc predisposto dal ministro Musumeci

Rimane di allerta gialla la situazione nell’area dei Campi Flegrei, interessata da settimane da un crescente sciame sismico. Lo ha detto questa sera il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, al termine della riunione della commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi, convocata oggi dal capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Sulla base delle relazioni dei centri di competenza del Dipartimento della Protezione civile (Ingv e Cnr/Irea), che hanno fornito un’ampia rappresentazione dei dati del monitoraggio multiparametrico del sistema vulcanico, la commissione ha valutato infatti che allo stato attuale «non si ravvisano motivazioni immediate per la modifica del livello di allerta giallo per il rischio vulcanico». Con riferimento alla sismicità connessa al bradisismo, comunque, il verbale della riunione dell’ente ha chiarito come «la maggiore frequenza degli sciami sismici, l’aumento della loro magnitudo e il perdurare del sollevamento del suolo suggeriscono che gli stessi eventi sismici possano ripetersi in futuro».


Piano d’emergenza

È quasi pronto intanto il piano d’emergenza del governo per la zona dei Campi Flegrei, colpita da settimane da un crescente sciame sismico, nel caso dovesse verificarsi un evento di bradisismo grave. Il piano, come anticipato la scorsa settimana dal ministro responsabile, quello alla Protezione Civile Nello Musumeci, prevede anche nello scenario peggiore l’iter per l’evacuazione della popolazione a rischio. Il provvedimento, secondo quanto riferisce l’Ansa, è attualmente allo studio del governo e Musumeci si appresta a portarlo in Consiglio dei ministri nella forma di un decreto ad hoc. Delineerà in particolare il piano di assistenza alla popolazione ed eventuali forme di «allontanamento temporaneo» per i territori particolarmente colpiti dal fenomeno in caso di bradisismo grave. Il documento all’attenzione del governo include la mappa delle zone che andrebbero evacuate nello scenario peggiore, quello di un’eruzione del Vesuvio: l’area interessata comprende la città di Napoli e il suo litorale – da Pozzuoli a San Giovanni a Teduccio – fino ad estendersi man mano lungo l’entroterra dell’hinterland, ai territori di Villaricca, Melito o Casavatore. Il piano prevede procedure differenti però per le diverse zone interessate, a seconda del livello di rischio.


La mappa delle zone a rischio

Nella zona rossa, quella più esposta al pericolo di invasione dei cosiddetti «flussi piroclastici» (ovvero valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici) sono ricompresi i Comuni di Napoli e alcune sue municipalità, Pozzuoli, Bacoli e altri, per un’area che in totale comprende 500mila abitanti. In una fase di “preallarme” su una possibile eruzione, qui le persone che vogliano allontanarsi potranno farlo, ma solo autonomamente. Allo scattare della fase di “allarme” vero e proprio scatterebbe invece l’allontanamento coatto della popolazione dalla zona rossa. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di tre giorni: nelle prime 12 ore saranno utili a permettere alle persone di prepararsi , le successive 48 ore riguardano la partenza della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa. Le ultime 12 ore rappresentano infine un margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità. Per i residenti nei Comuni che ricadono nella zona gialla potrebbero essere invece necessari «allontanamenti temporanei». Definita come l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione sarebbe esposta alla ricaduta di ceneri vulcaniche, questa zona gialla ricomprende 24 quartieri di Napoli, i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano, Mugnano e altri, per un totale di circa 800mila abitanti.

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