Tra i primi a intervenire dopo l’incidente di Mestre c’è stato Abubacar Touré, operaio originario del Ghana, che si è fiondato sotto il cavalcavia dove è precipitato l’autobus assieme a un amico. «Ho sentito il rumore del bus che si è schiantato – ha raccontato all’Ansa – Un mio amico mi ha detto “è il terremoto”. Ma non poteva essere. Un altro mio amico ha aperto la finestra e abbiamo visto la gente». Quando Touré è arrivato sul luogo della tragedia in cui sono morte 21 persone, «la prima persona che ho visto è stata una donna con una bambina che in inglese ci diceva “mia figlia, mia figlia”. Ho tirato fuori la bambina e la madre». Dopo l’intervento degli operai, «sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco. Quando i pompieri hanno spento le fiamme, sono riuscito a tirare fuori anche un cane». Touré ammette che quell’esperienza lo ha profondamente segnato: «Se stanotte ho dormito? No, non ci sono riuscito».
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