Perché i risarcimenti per l’incidente di Mestre possono essere a rischio: così l’assicurazione può non pagare

Fra le cause dell’incidente è al vaglio degli inquirenti l’ipotesi di un malore dell’autista. Una circostanza che – se confermata – rientrerebbe nei «casi fortuiti»

La tragedia del pullman precipitato a Mestre il 3 ottobre potrebbe diventare un terreno di scontro legale per i risarcimenti alle vittime (21 morti, tra cui l’autista, e 15 feriti). Fra le cause dell’incidente è al vaglio degli inquirenti l’ipotesi di un malore dell’autista. Una circostanza che – se confermata – rientrerebbe nei «casi fortuiti», che ovviamente esclude una negligenza sua e anche del vettore. L’articolo 141 del codice delle assicurazioni recita: «Salvo l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo». Come spiega il giornalista Alberto Zorzi sul Corriere della Sera, vi sono poi altre norme che potrebbero ostacolare gli indennizzi. Secondo l’articolo 2051 del codice civile, «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito». Ma non solo: il 1681 recita, invece, «il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio (…) se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno».


È ancora presto per valutarlo: l’autopsia è stata eseguita ieri – venerdì, 6 ottobre – e se dovesse confermare il malore del conducente, l’assicurazione del vettore – spiega ancora il giornale di Milano – potrebbe essere esonerata dal pagamento dei danni ai famigliari delle vittime e dei feriti. Potrebbe, al contrario, restare la colpa qualora il conducente si fosse messo alla guida sapendo di non stare bene. Ma anche se ci venisse riscontrata una responsabilità relativa al guardrail. Nonostante siano ancora tute ipotesi, ciò che è certo è, però, che si tratta di un maxi-risarcimento. «Noi come società di trasporti ci siamo cautelati e abbiamo un massimale di 50 milioni di euro», dice al Corriere Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea Spa, la società proprietaria del bus caduto. Ma la compagnia assicuratrice potrebbe rifiutarsi di pagare le vittime. «So che è crudele, ma se dovessi seguire questo caso direi alla compagnia di non pagare», spiega sempre al quotidiano un avvocato che da anni lavora in questo settore e che ovviamente preferisce non esporsi vista la delicatezza del tema.


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