Chi ha girato il video della giudice Iolanda Apostolico a Catania? «Lì c’era solo la polizia»

A riconoscerla è stato un deputato della Lega. L’esposto alla magistratura e le regole sui giudici alle manifestazioni

Chi ha girato il video che mostra la giudice Iolanda Apostolico durante la manifestazione per la Diciotti a Catania nel 2018? La polizia ha smentito che le immagini mostrate dal leader leghista Matteo Salvini si trovasse negli atti d’ufficio. A riconoscerla è stato però il deputato del Carroccio Anastasio Carrà, vicesegretario della Lega in Sicilia e sindaco di Motta Sant’Anastasia. Carrà è stato luogotenente dei carabinieri. Ma ha negato di ave trovato il filmato: «L’ho solo riconosciuta perché l’ho vista in altre occasioni dalle mie parti». Ma l’operatore che ha girato il video con la scena ripresa dall’alto precisa al Fatto che quella zona era off limits per i giornalisti e c’erano solo poliziotti. Intanto Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra ha presentato un esposto a Roma.


Il filmato

Ieri il Fatto Quotidiano ha accusato la polizia per il video. Indicando un uomo come l’autore del video. Anche se non risulta che sia lui la persona del filmato per una questione di angolazione. Alessio Tricani, operatore di LocalTeam, ricorda però che non era concesso ai giornalisti accedere all’area occupata dalle forze dell’ordine. «Io riprendevo dal molo di Levante. Ricordo che quel giorno la stampa non era stata lasciata libera di muoversi». Sulla possibilità che a girare quel filmato sia stato un videomaker Tricani è scettico: «Lo vedo altamente improbabile, impossibile. Poi ovviamente sono passati diversi anni e potrebbe essermi sfuggito. Il taglio delle immagini è più compatibile con l’uso di una videocamera che con quello di un telefonino. La versione ufficiale del Carroccio dice che il filmato è stato trovato in Rete da un militante.


L’esposto

Intanto Bonelli presenta un esposto. «Se fosse confermato che il video pubblicato da Salvini è materiale proveniente dagli uffici della Polizia di Stato, ci troveremmo di fronte a un caso di rilevante gravità», scrive Bonelli. La questura di Catania ha smentito. Spiegando che il video «non risulta tra gli atti d’ufficio relativi all’evento in questione». E che la giudice Apostolico non è mai stata identificata. «Un video di oltre 5 anni fa viene riesumato (…) per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione», scrive ancora. Salvini non è più al Viminale. Quindi in teoria si può escludere che sia arrivato da quel canale.

Il giudice e le manifestazioni

«Esiste al ministero degli Interni una banca dati che cataloga cittadini, anche incensurati, che hanno partecipato a manifestazioni o eventi, e che uso viene fatto di questi dati», chiede ancora Bonelli. Intanto il Corriere della Sera parla della presenza dei giudici alle manifestazioni politiche. Ricordando che il diritto a manifestare, a «riunirsi pacificamente e senz’armi», è tutelato, per tutti i cittadini, dalla Costituzione. Per i magistrati le manifestazioni pubbliche, dice la norma, sono vietate se di «consenso in ordine a un procedimento in corso, quando per la posizione di magistrato, per le modalità con cui il giudizio è espresso, sia idonea a condizionare la libertà di decisione nel procedimento medesimo». Vietate iscrizione o partecipazione «sistematica e continuativa» a partiti politici, come quella ad associazioni segrete.

Le regole

E ancora. È vietato utilizzare la qualifica di magistrato in «modalità di realizzazione, diretta a condizionare l’esercizio di funzioni costituzionalmente previsto». E, in ogni caso, ogni comportamento tale da «compromettere indipendenza, terzietà e imparzialità del magistrato anche sotto il profilo dell’apparenza». Al magistrato sono in ogni caso «vietati i rapporti in relazione all’attività del proprio ufficio con organi di informazione al di fuori delle modalità previste, sollecitare la pubblicità di notizie attinenti alla propria attività di ufficio, utilizzare i canali informativi personali riservati o privilegiati, rilasciare dichiarazioni o interviste «in violazione dei criteri di equilibrio e di misura».

Le sanzioni

Le relative sanzioni «vanno dall’ammonimento, alla censura, alla perdita dell’anzianità, all’incapacità temporanea di incarichi direttivi, alla sospensione delle funzioni da tre mesi a due anni, alla rimozione». Intanto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ribadisce il suo allarme: «La giurisdizione non può essere sottoposta a questo tipo di tensioni: se la dottoressa Apostolico non avesse emesso tre provvedimenti sgraditi, forse nessuno si sarebbe occupato di quello che ha fatto 5 anni fa e questo mi preoccupa».

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