L’alimento che è aumentato di più nell’ultimo anno? Lo zucchero, +42%. Perché i produttori gioiscono

Le ripercussioni sul carrello sono ridotte a causa del limitato consumo del prodotto da parte delle famiglie italiane

Non sono pasta e pane e nemmeno latte e carne gli alimenti il cui prezzo è aumentato di più nell’ultimo anno. È lo zucchero il prodotto in vendita nella Gdo che ha subito l’incremento di prezzo maggiore da agosto 2022 allo stesso periodo di quest’anno, ben il 42,3%. A certificarlo è la società di analisi dei consumi NielsenIQ, ma le prime avvisaglie già si vedevano lo scorso luglio, quando il calo di produzione dovuto a ondate di calore e siccità aveva iniziato a palesarsi sui prezzi, con produttori e distributori in fase di rinnovo dei contratti pluriennali. Si tratta di un costo che ha ripercussioni marginali sul carrello delle spesa delle famiglie italiane, dato che il prezzo rimane in assoluto abbastanza basso e che il consumo medio per nucleo familiare nel nostro Paese si attesta intorno ai 9 chili. A gioire invece sono i produttori, che da anni lamentano costi troppo bassi per sostenere le spese di una coltivazione – quella della barbabietola – da tempo in difficoltà.


«I prezzi europei sono inadeguati»

I nuovi contratti potrebbero avvicinare il prezzo europeo, intorno ai 900 euro a tonnellata, a quello statunitense, di circa 1.600. «Per sostenere la filiera bieticola europea, che è da anni in sofferenza,
e metterla al riparo dalle speculazioni e dalla concorrenza globale low cost servirebbe un sistema di protezione comunitario sul modello di quello applicato dagli Stati Uniti», commenta al Sole 24 Ore Claudio Gallerani, presidente di Coprob-Italia Zuccheri, unico produttore italiano rimasto, responsabile della soddisfazione del 13% del fabbisogno nazionale.


L’innovazione nella filiera

I maggiori introiti derivanti dall’aumento dei prezzi sono quindi utili ad affrontare le sfide che i coltivatori di barbabietola da zucchero affrontano in questo periodo. Le barbabietole temono il caldo eccessivo e necessitano di determinati livelli di umidità per rendere al meglio. Entrambe le condizioni sono messe a repentaglio dal cambiamento climatico. Così, sono allo studio nuove varietà più resistenti da seminare durante le stagioni più fredde. Inoltre, tutte le parti della pianta vengono utilizzate. L’acqua contenuta nella pianta viene usata nei processi industriali, il melasso diventa lievito oltre che cibo per api e bovini. La polpa esausta, infine, diventa combustibile per produrre energia elettrica.

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