«Io sempre dalla parte degli oppressi»: la lettera di Patrick Zaki a Repubblica. Ma salta un altro incontro a Brescia

L’attivista egiziano risponde a Manconi: «Molti diritti sono stati negati ai palestinesi nel corso della Storia»

In una lettera a la Repubblica oggi Patrick Zaki, risponde all’intervento di Luigi Manconi sul quotidiano nel quale il sociologo aveva commentato le frasi del giovane egiziano sugli attacchi in Israele. «Lei non è tra coloro che mi danno del terrorista soltanto perché ho deciso di esprimere la mia opinione o la mia vicinanza ai palestinesi. E disapprovo chi mi considera un membro di Hamas», scrive Zaki, rivolgendosi a Manconi. Poi va al punto: «Non ho mai appoggiato un qualsiasi movimento o partito di ispirazione religiosa, e mi riferisco alla mia storia personale, dentro o fuori l’Egitto» precisa. Intanto salta per lui anche un incontro a Brescia. Zaki doveva essere al Festival della Pace in programma a novembre.


Il biasimo e i civili

E spiega: alcuni «potrebbero biasimarmi perché nei miei post non ho menzionato subito il mio ripudio per qualsiasi forma di violenza esercitata o praticata contro un civile indifeso, donna o bambino, non coinvolto in questo conflitto». In ogni caso, «sono contrario all’uccisione o all’aggressione di qualsiasi civile, israeliano o palestinese, non coinvolto nelle violenze, nelle colonie illegali o negli omicidi». L’attivista egiziano dice di essere «sempre stato, e sempre sarò, dalla parte degli oppressi e degli abbandonati». Ma, sostiene, «molti diritti sono stati negati ai palestinesi nel corso della Storia, a cominciare dal fatto che Gaza è in isolamento totale, è una prigione a cielo aperto, e finendo con il fatto che i palestinesi non hanno libertà di movimento, non possono spostarsi, non hanno opportunità di lavoro e nemmeno la fornitura di risorse di base come l’acqua e l’elettricità».


Il valore della pace

Adesso, secondo Zaki, «è il momento giusto per sostenere il valore della pace e cercare una soluzione politica pacifica che impedisca la perdita di vite innocenti”. E di fornire «alla Striscia di Gaza gli indispensabili aiuti umanitari e di garantire la sicurezza degli ostaggi e il loro rientro in famiglia senza alcun danno». L’attivista spera infine «che gli italiani rapiti possano tornare dalle loro famiglie sani e salvi il più presto possibile».

Brescia

Intanto salta un altro incontro per Zaki. Dopo gli appuntamenti a Che tempo che fa e all’Arsenale della pace di Torino, è il turno della sindaca di Brescia, Laura Castelletti, ad annullare l’invito in città al ricercatore egiziano per la giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre. «È divisivo» è la motivazione. A riportare la notizia oggi è il Giornale di Brescia. «Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere», spiega la sindaca che nei giorni scorsi era stata criticata dal centrodestra per non aver voluto illuminare Palazzo Loggia – sede del Comune – con i colori di Israele.

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