Guerra in Ucraina, Putin mercoledì a Pechino per incontrare il presidente cinese Xi Jinping

Per il leader di Mosca le proposte di pace avanzate dalla Cina per risolvere il conflitto all’inizio di quest’anno sono «realistiche» e potrebbero gettare le basi per un accordo

Il presidente russo Vladimir Putin incontrerà mercoledì 18 ottobre l’omologo cinese Xi Jinping a Pechino. Lo ha reso noto il consigliere del leader di Mosca per la politica estera Yuri Ushakov, citato dalla Tass. Prima del vertice i due interverranno al forum sull’iniziativa One Belt, One Road (la Via della Seta). Per il presidente russo le proposte di pace avanzate da Pechino per l’Ucraina all’inizio di quest’anno sono «realistiche» e potrebbero gettare le basi per un accordo. «Siamo grati ai nostri amici cinesi per aver provato a pensare a modi per porre fine a questa crisi», ha affermato Putin. «Penso che siano assolutamente realistici e che possano gettare le basi per un accordo di pace», ha aggiunto il leader russo, lamentando comunque la riluttanza di Kiev a impegnarsi con Mosca. Per Putin, inoltre, i tentativi di Washington di trascinare Kiev nella Nato hanno aggravato il conflitto in Ucraina: lo ha detto in un’intervista al China Media Group ripresa dalla Tass. Le ostilità nel Donbass sono iniziate dopo il «colpo di Stato del 2014 in Ucraina, mentre il regime di Kiev ha rifiutato di attuare gli accordi di Minsk», ha detto il presidente russo. «Ciò è stato aggravato dai tentativi degli Stati Uniti di trascinare l’Ucraina nella Nato, che hanno portato all’escalation del conflitto», ha concluso. Sull’altro fonte aperto, quello in Ucraina, la situazione – stando alle parole del ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, «rimane stabile». Le truppe ucraine starebbero cercando di avanzare «in diversi settori», ma incontrerebbero «l’attiva difesa di quelle russe», ha detto Shoigu, citato dall’agenzia Interfax


Mosca schiera altre due navi lanciamissili nel Mar Nero

Nel frattempo, le autorità militari dell’Ucraina meridionale hanno fatto sapere che la Russia avrebbe «aggiunto altre due navi lanciamissili alla sua flotta del Mar Nero», hanno riferito su Telegram. «Due nuove fregate russe sono presenti e in servizio di combattimento attivo nell’area», si legge nel rapporto di Kiev. «Queste navi potrebbero lanciare una raffica fino a 20 missili da crociera Kalibr». Le autorità ucraine avvertono che la minaccia di attacchi missilistici russi dal Mar Nero rimane molto alta. Continuano, intanto, i bombardamenti russi sulle città ucraine. In mattinata diverse esplosioni si sono verificate a Dnipro, secondo i media locali. L’allarme antiaereo è scattato nelle regioni di Dnipropetrovsk, Cherkasy, Chernihiv, Kirovohrad, Kharkiv, Poltava e Sumy.  L’Ucraina ha chiesto l’esclusione della Russia dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), affermando che se Mosca restasse membro l’Osce stessa rischierebbe una «morte lenta». «La situazione nell’Osce è molto complicata e dolorosa, ma la scelta è molto semplice: o una morte lenta con la Russia, o una nuova vita senza di essa», ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. L’Organizzazione è stata fondata nel 1975 per favorire le relazioni tra i blocchi occidentale e orientale. 


Il ruolo Usa nella ripresa economica dell’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato la rappresentante speciale degli Stati Uniti per la ripresa economica dell’Ucraina, Penny Pritzker. Lo ha reso noto lo stesso Zelensky su X pubblicando il video dell’incontro. «Questa visita trasmette un messaggio di forte e duraturo sostegno da parte degli Stati Uniti. Abbiamo discusso della protezione delle infrastrutture energetiche ucraine all’approssimarsi dell’inverno», ha spiegato il presidente ucraino. Kiev ha invitato «ad aumentare gli investimenti privati americani in progetti a lungo termine nei settori dell’agricoltura, dell’ingegneria, della produzione chimica e in altri settori della nostra economia». L’aiuto, in particolare finanziario, all’Ucraina da parte degli Stati Uniti non è in discussione. Lo ha confermato il presidente Usa, Joe Biden. In un’intervista al programma tv 60 Minutes della Cbs, alla domanda se le guerre in Israele e in Ucraina fossero troppe da affrontare contemporaneamente per gli Usa, il presidente democratico ha risposto: «No. Siamo gli Stati Uniti d’America, per l’amor di Dio. La nazione più potente della storia: non nel mondo, ma nella storia del mondo. Possiamo occuparci di entrambi e mantenere comunque la nostra difesa internazionale complessiva», ha detto Biden. «In Ucraina uno dei miei obiettivi è impedire a Putin, che ha commesso lui stesso crimini di guerra, di occupare un paese indipendente che confina con gli alleati della Nato e con la Russia. Immaginate cosa succederebbe ora se riuscisse ad avere successo: avete mai conosciuto una grande guerra in Europa nella quale non siamo stati risucchiati?», ha concluso il presidente Usa.

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