Perché l’Italia blinda i confini a est: «Allarme attentati, i lupi solitari passano da lì»

I rapporti dell’intelligence e l’allarme sulla frontiera

Perché il governo Meloni ha deciso di reintrodurre i controlli al confine con la Slovenia? Dietro la decisione del ministro Piantedosi c’è un allarme specifico che riguarda l’Est dell’Europa. Proviene dal comitato di analisi strategica antiterrorismo e riguarda la possibilità che i lupi solitari entrino in Europa da quel lato. Per poi spostarsi e colpire. Alla base di tutto c’è il percorso balcanico e le sue falle. Che ne fanno una via privilegiata: «Niente fotosegnalazioni, nessuna identificazione», hanno spiegato la polizia e i servizi segreti all’esecutivo. Da qui la scelta: controlli alla frontiera dal 21 ottobre per dieci giorni, rinnovabili fino a sei mesi. Chi si presenta alla frontiera deve mostrare i documenti: se non li ha, o se sono irregolari, sarà respinto. E chi passa non potrà cancellare le sue tracce.


La frontiera

La frontiera a est, spiega oggi Repubblica, finora è rimasta sguarnita. «Conosciamo uno per uno chi sbarca da Sud. Abbiamo foto e impronte di chi arriva dall’Africa. Ma lo stesso non accade per chi entra in Italia da Est. Perché non siamo il primo paese di arrivo. La fotosegnalazione dovrebbe avvenire in Grecia, o magari in Ungheria e Slovacchia, ma questo – come dimostrano centinaia di casi – non succede quasi mai. Significa non aver alcun controllo», spiega una fonte dell’intelligence al quotidiano. Dal primo gennaio 2023 sono stati 16 mila gli ingressi illegali da quel confine. Mentre due distinte informative di intelligence segnalano la «polveriera balcanica» come punto di transito per i radicali islamici. Alla fine del 2022 i servizi segreti hanno segnalato un altro elemento: «Sul confine italo-sloveno transitano, oltre a pakistani, bangladesi, afghani, indiani e nepalesi, anche soggetti di origine nord-africana».


I lupi solitari

Negli ultimi mesi dello scorso anno, segnala ancora il Dipartimento di informazione e sicurezza, si è verificato «un incremento delle segnalazioni relative al possibile invio in Europa di militanti di Daesh e di al Qaeda. Che potrebbero avvalersi del supporto logistico e operativo, all’interno delle diaspore di riferimento, per compiere azioni terroristiche non strutturate contro obiettivi occidentali». Ci sono informazioni su terroristi islamici che si muovono direttamente per poter attivare lupi solitari: soggetti come Abdesalem Lassoued, l’attentatore di Bruxelles. Che era sbarcato a Lampedusa nel 2011. E ha fatto un “giro d’Italia” piuttosto lungo prima di andare in Belgio. O come Anis Amri.

Gli attenzionati

Poi c’è il fronte interno. I riflettori sono puntati su una cinquantina di radicalizzati in Italia e per questo “attenzionati” dagli investigatori. «Non si stratta solo di richiedenti asilo – spiegano all’Ansa fonti investigative – ma anche anche di persone integrate che vivono stabilmente qui». Dall’inizio di quest’anno già in 54 sono stati espulsi per motivi di sicurezza dello Stato: l’ultimo è un 28enne gambiano sbarcato in Italia nel 2016. Per questo si attivano i controlli temporanei. Sospendendo di fatto Schengen così come fatto da Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia per alcune loro frontiere. «Il livello di minaccia di azioni violente è aumentato anche all’interno dell’Unione», fa sapere in una nota Palazzo Chigi.

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