La preoccupazione di Crosetto per le conseguenze del conflitto sull’Italia: «Bastano poche teste calde che pensino di vendicare Gaza»

Le parole del ministro della Difesa dal Qatar: «L’effetto sul mondo arabo di immagini come quelle dell’ospedale potrebbero portare la guerra su nuovi fronti»

Non nasconde tutta la sua preoccupazione, il ministro della Difesa Guido Crosetto, per le conseguenze che il violento riaccendersi del conflitto tra Israele e Hamas potrebbe produrre a cascata – nel Medio Oriente, ma anche in Europa e in Italia. Se l’allerta era già stata alzata da giorni – quanto a meno a livello di monitoraggio attivo di potenziali minacce, oltre che di rafforzamento della sicurezza attorno a obiettivi sensibili – ora la situazione è considerata ancor più a rischio dopo la strage di ieri sera all’ospedale anglicano di Gaza. Un’esplosione ancora senza un responsabile certo, tra i rimpalli di accuse di Israele e Hamas, ma che ha causato con certezza la morte di centinaia di persone – pazienti e parenti, medici e infermieri dell’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital. Le reazioni nel mondo arabo – sulla scorta della tesi che l’ospedale sia stato colpito da un bombardamento israeliano – sono state immediate e violentissime, con tentati assalti ieri sera stessa all’ambasciata israeliana in Giordania e a quella americana in Libano, nuovi roboanti proclami di guerra da parte di Hezbollah e manifestazioni oggi in diverse città d’Egitto. Un quadro analizzato così da Crosetto, in queste ore in visita in Qatar per incontri con le autorità del Paese del Golfo: «La principale preoccupazione è che se si supererà quella linea di demarcazione tra la razionalità e la follia, può esplodere non soltanto la Striscia di Gaza ma anche il nord di Israele, anche la Siria, anche la Cisgiordania. L’effetto sul mondo arabo di immagini come quelle che abbiamo visto dell’ospedale sono incomprensibili da parte occidentale e potrebbero portare la guerra su nuovi fronti anche a nord di Israele». Il senso della missione di Crosetto sta dunque anche in questo: «Stiamo lavorando per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione. Dobbiamo perseguire la pace e gettare acqua sul fuoco», ha detto il ministro al termine del suo incontro con l’Emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, accompagnato dal vice primo ministro e dal ministro della Difesa.


L’allerta per l’Italia e il possibile viaggio in Israele della premier

Ma il fronte che preoccupa, appunto, non è solo quello mediorientale. In seconda istanza viene il monitoraggio dei rischi sul nostro Paese, con l’allerta in rialzo anche da questo punto di vista. Il perché è presto detto: «Un incidente come quello dell’ospedale può portare magari 5, 10, 100 persone a pensare di dover vendicare una cosa che magari non sappiamo neanche da chi sia stata causata e questo è imprevedibile. I servizi segreti, i servizi di sicurezza italiani hanno monitorato in questi anni tutte le persone a rischio estremismo, ma purtroppo, come ha dimostrato e dimostrano i fatti del Belgio, ogni giorno arrivano migliaia di persone e tra queste migliaia di persone può esserci chiunque». Preoccupazioni certamente condivise anche dalla premier Meloni, che negli scorsi giorni ha avuto interlocuzioni con i leader di Egitto, Libano, Giordania, Arabia Saudita, Qatar e Bahrain, oltre che con il Re di Giordania ricevuto lunedì a Roma. Una tela che si affianca alla solida posizione italiana di sostegno al diritto alla difesa di Israele dopo i barbari attacchi subiti sabato 7 ottobre. Anche per convogliare direttamente questi diversi messaggi, secondo indiscrezioni di stampa, Palazzo Chigi sarebbe al lavoro per organizzare una visita della premier a Tel Aviv nei prossimi giorni, sulla scorta di quanto fatto ieri dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e in queste ore dal presidente americano Joe Biden.


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