«Caro Sergio, ti rammentiamo con affetto: soprattutto le donne, che toccavi tutte». L’amico imprenditore di Staino spiega il suo necrologio

L’amico del vignettista dice che lo voleva ricordare «senza condoglianze di circostanza»

L’intenzione dell’imprenditore Paolo Nocentini era ricordare l’amico Sergio Staino con un necrologio originale. E indubbiamente sembra esserci riuscito, con il rischio di scatenare qualche polemica per i toni e le frasi usate sul Corriere della Sera in memoria del vignettista scomparso sabato 21 ottobre. Un testo a suo dire sincero e schietto, che sarebbe stato però anche censurato da un altro quotidiano. «Caro Sergio – aveva fatto scrivere l’imprenditore – amico in un ideale, hai avuto proprio sfortuna: cieco ed infermo, semincosciente in un letto di ospedale per più di un anno. Siamo tutti tristi e ti rammentiamo con affetto e simpatica. Già che altro le donne, le toccavi tutte, ma Breuna non se ne aveva a male. Un abbraccio, Paolo Nocentini». Presidente della Savino del Bene, grande azienda della logistica marittima, Nocentini spiega che quel messaggio nasce solo per affetto e amicizia: «Volevo ricordare l’amico Sergio così com’era, senza condoglianze di circostanza. Bisogna ribellarsi al conformismo. Lo avevo mandato anche a un altro giornale della città, ma si è rifiutato di pubblicarlo». I due erano vicini di casa, legati poi anche dagli ideali politici e da un’amicizia di trent’anni. Il loro rapporto nacque su un autobus, mentre andavano a una manifestazione in piazza della Signoria a Firenze per l’allora Pds: «Sedevamo vicini – racconta l’imprenditore – e ci siamo detti: visto che siamo qui, chiacchieriamo. Ci siamo subito divisi su qualcosa, noi ci dividevamo su ogni cosa, politicamente parlando, proprio perché siamo gente di sinistra, e la sinistra si divide su tutto, no?».A proposito della battuta sulle donne, Nocentini poi spiega al Corriere Fiorentino: «Lo sa come fanno i ciechi, no? Toccano per “vedere”. E anche lui lo faceva. Anche se conosco donne che potrebbero giurare che faceva uguale anche prima di diventare cieco. Gli piacevano tanto, ma non lo ha mai fatto in maniera volgare. La mia governante per esempio si ricorda di come lui le toccasse il braccio per parlarle, e lo ricorda con affetto».


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