Iran, mai più film per le attrici comparse in pubblico senza hijab: «Ripuliamo il cinema da chiunque abbia protestato per Mahsa Amini»

Durissima ordinanza delle autorità di Teheran: «I produttori sono avvertiti, se collaborano con loro non avranno i permessi di distribuzione»

Linea dura, anzi durissima, sull’obbligo di portare al velo per le donne iraniane. Anche in tutti i film prodotti nel Paese. A poco più di un anno dall’uccisione di Mahsa Amini, che diede il via a mesi di manifestazioni in tutte le principali città del Paese, le autorità di Teheran diramano una nuova ordinanza dedicata specificamente al settore del cinema. Le attrici che sono comparse in pubblico in qualsiasi momento del passato senza hijab non potranno più recitare in alcun film prodotto nel Paese, ha fatto sapere il vicedirettore per il monitoraggio del settore cinematografico del governo, Habib Ilbeigi. «Le loro precedenti opere saranno via via pubblicate per evitare di danneggiare i produttori», ha precisato Ilbeigi in un’intervista all’agenzia di stampa statale Iran, ma alle attrici “disobbedienti” «non sarà più consentito prendere parte a nuovi progetti di film di qui in avanti». L’uomo di Teheran per il controllo del cinema ha lanciato il suo ammonimento anche ai produttori cinematografici. In una recente lettera, riporta Iran Wire, Ilbeigi li ha avvertito che se continueranno a collaborare con attrici apparse in pubblico senza l’hijab incontreranno difficoltà nell’ottenere i permessi necessari per la distribuzione delle opere. Un colpo potenzialmente micidiale alla residua libertà artistica nel settore, incluso per quei registi noti in tutto il mondo e vincitori di premi internazionali come Jafar Panahi o Asghar Farhadi. Nell’intervista a Irna, Ilbeigi ha anche confermato che ad alcuni attori e registi «è stato vietato di lavorare» – non è chiaro con che tipo di misure – a causa del loro coinvolgimento più o meno diretto nelle loro proteste dell’ondata «Donna, vita, libertà».


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