Legge di Bilancio, la stretta del governo sul settore cinema: come cambia la tax credit al 40%

Il “sovranismo” delle opere cinematografiche: la tax credit scende dal 40% al 30% se nella produzione non ci sono almeno un attore, un sceneggiatore o un regista italiano

Uno dei capitoli più corposi della bozza della legge di Bilancio 2024 è dedicato al cinema, settore già al centro delle attenzioni perché il governo ha deciso di ridurre il fondo a esso dedicato. Le indiscrezioni degli scorsi giorni trovano conferma nelle parole di Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura. In un’intervista pubblicata dalla Stampa, la mattina del 24 ottobre, l’esponente leghista spiega: «Il fondo per il cinema perderà 50 milioni, non 100 milioni. Di questi, 36 milioni li chiede il ministero dell’Economia come taglio lineare del 5% chiesto a tutti i dicasteri, mentre 14 milioni verranno invece spostati ad altre voci sempre della cultura». E nelle pieghe della Manovra, si scoprono altri tagli che consentiranno di racimolare risorse fino a quest’anno impiegate per le produzioni. «Per le opere cinematografiche, l’aliquota è ordinariamente prevista nella misura del 40%», si legge. Ma l’aliquota della tax credit, quindi il beneficio per chi opera nel settore, potrebbe scendere in caso di esigenze di bilancio, nonché «in relazione alle dimensioni di impresa o gruppi di imprese» e ancora «in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile».


Multe fino a 50 mila euro per le false dichiarazioni sulla tax credit

Il tetto massimo della tax credit, che rimane dunque al 40%, potrà scendere se l’impresa che produce il film in Italia non si avvale di un regista, un attore o uno sceneggiatore italiano. In tal caso, l’aliquota del credito di imposta si abbasserà al 30%. «C’era una stortura da correggere», argomenta sempre Borgonzoni. «Quando in Italia arriva un attore, regista o sceneggiatore straniero gode di un credito di imposta del 40%, ma in realtà paga il 30% di tasse. Gli davamo indietro più di quello che pagava effettivamente. La tax credit rimarrà al 40% per i film internazionali in Italia solo se queste produzioni comprendono un attore, sceneggiatore o regista italiano. Altrimenti scenderà al 30%. Un sistema di premialità per chi chiama sul set professionisti italiani». Tornando alla bozza della Manovra, poi, viene introdotta una sanzione amministrativa pecuniaria per chi, certificando i costi sostenuti dalle imprese cinematografiche, compila dichiarazioni «infedeli» al fine di ottenere maggiori benefici dalla tax credit.


Il salvataggio per i cinema indipendenti

Un credito di imposta «non inferiore al 20% e non superiore al 40%» sarà erogato per le opere di ristrutturazione e sviluppo tecnologico delle sale cinematografiche. Beneficio che sale al 60% se si tratta di «piccole e medie imprese». È il fronte degli interventi che la Manovra prevede per salvare i cinema, avvantaggiando gli imprenditori indipendenti. Le spese per cui si potrà chiedere il credito di imposta sono quelle relative a: «Realizzazione di nuove sale o ripristino di sale inattive, ristrutturazione, adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche, ovvero installazione, ristrutturazione e rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori delle sale». Nel lungo articolo 14 della bozza della legge di Bilancio, poi, vengono fissati alcuni contributi a vantaggio delle opere prime e seconde. Il tesoretto da ripartire è esiguo «per la finalità è autorizzata una spesa limite di 500 mila euro annui». La valutazione su chi potrà accedere a queste risorse spetterà a «una commissione composta da esperti nominati dal ministro della Cultura tra personalità di comprovata qualificazione professionale nel settore». I membri della commissione saranno scelti, dunque, dal dicastero di Gennaro Sangiuliano e sarà lo stesso ministro, attraverso decreto, a decidere quanto saranno pagati. Stesso principio regolerà l’erogazione di fondi, con un «limite di spesa pari a 200 mila euro annui», per le attività di promozione cinematografica e audiovisiva.

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