Striscia di Gaza, Israele ritarda l’invasione in attesa «dei sistemi di difesa Usa». Dalla bozza sul vertice Ue sparisce il riferimento a Guterres

L’indiscrezione del Wall Street Journal mentre ancora tengono banco le parole del Segretario generale dell’Onu

Subito dopo l’attacco di Hamas nelle comunità ebraiche al confine con la Striscia di Gaza dello scorso 7 ottobre, diversi esponenti del governo di Israele hanno annunciato come «imminente» l’invasione del territorio da cui sono partiti gli attacchi per «debellare i terroristi». Da settimane su tutta la Striscia piovono migliaia di missili – l’ultimo bilancio aggiornato delle vittime diffuso dal ministero della Sanità di Hamas dice 6.546 morti e 17.439 feriti – ma l’esercito di Tel Aviv non ha ancora dato il via libera all’operazione di terra. Lo stesso Netanyhau ha più volte spronato i soldati a tenersi pronti, ma l’ordine di attacco non è ancora arrivato. Secondo il Wall Street Journal, le pressioni di Joe Biden per ritardare l’invasione stanno funzionando perché Israele ha accettato di aspettare finché gli Stati Uniti non dispiegheranno nell’area i propri sistemi di difesa aerea – per proteggere le truppe e le basi dislocate tra Emirati Arabi Uniti e Siria. Fonti israeliane avrebbero confermato che l’attesa è dovuta anche a ragioni umanitarie e di tutela degli ostaggi ancora tenuti prigionieri nella Striscia.


Il caso Guterres

Continua a tenere banco il caso Guterres, che ha acuito lo scontro tra l’Onu e il governo israeliano. Per cautela politica e diplomatica, dalla bozza del vertice dell’Unione Europea nel capitolo sul Medio Oriente dovrebbe sparire il riferimento alle parole di Antonio Guterres, mentre il testo precedente prevedeva «il sostegno all’appello del segretario generale per una pausa umanitaria». Sulla terminologia finale per il documento di conclusioni del vertice dei prossimi due giorni a Bruxelles il negoziato è ancora aperto: in bilico tra il termine «pausa», «pause» e quello di «finestre» umanitarie. «Le recriminazioni del popolo palestinese non possono giustificare i terribili attacchi di Hamas. Questi orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese», ha scritto oggi su X Guterres dopo aver chiesto un cessate il fuoco immediato e aver condannato «le chiare violazioni dei diritti umani nel territorio della Palestina». In risposta, Israele ha chiesto le sue dimissioni. E il ministro degli Esteri Eli Cohen ha rifiutato di incontrarlo a New York. Nella notte Tel Aviv ha attaccato alcune infrastrutture militari siriane. E due razzi provenienti dal Libano hanno tranciato un cavo elettrico, causando interruzioni di corrente le alture del Golan. Intanto a Beirut si è tenuto un vertice di Hamas, Hezbollah e Jihad Islamico.


La situazione nella Striscia di Gaza

Anche dopo il via libera al passaggio dei primi camion dal valico di Rafah, continuano a preoccupare le condizioni dei residenti nella Striscia di Gaza. Oggi, mercoledì 25 ottobre, l’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere che 12 dei 35 ospedali presenti nell’area non sono operativi, mentre altri sette devono fare i conti con un afflusso di pazienti ben oltre le proprie possibilità. L’ospedale Al-Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, è a circa il 150% della propria capacità. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime palestinesi. In base all’ultimo bollettino del ministero della Sanità di Hamas, sono almeno 6.546 i morti e 17.439 i feriti dal 7 ottobre a oggi. Tra i morti, almeno 2.704 sono bambini. Nelle ultime 24 ore è aumentato di oltre 750 unità il numero delle vittime, principalmente a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti israeliani su Gaza.

Erdogan cancella la visita in Israele

In mattinata il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato che cancellerà la visita pianificata in Israele per i prossimi giorni. La presa di posizione del leader di Ankara è arrivata durante un discorso fatto al gruppo parlamentare del suo partito Akp in cui ha definito «crimini premeditati contro l’umanità» gli attacchi israeliani su Gaza contro i civili. Erdogan ha descritto i militanti di Hamas come dei «liberatori» che combattono per la loro terra, «e non dei terroristi». Il leader turco ha poi aggiunto: «Non abbiamo problemi con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse e il suo modo di agire, simile a un’organizzazione più che a uno Stato».

Il vertice

L’emittente televisiva Al Manar mostra le immagini dell’incontro tra il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, il vice capo di Hamas Saleh Aruri, e il capo della Jihad islamica Ziad Nakhale. Secondo al Manar, i tre leader arabi filo-iraniani hanno «passato in rassegna i recenti eventi nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’operazione ‘Diluvio di al-Aqsa’ e gli sviluppi che ne sono seguiti a tutti i livelli, nonché gli scontri in corso al confine libanese con la Palestina occupata», in riferimento a Israele. Il comunicato prosegue: «È stata fatta una valutazione delle posizioni assunte a livello internazionale e regionale e di ciò che i partiti dell’Asse della resistenza (guidato dall’Iran) devono fare in questa fase delicata per raggiungere una vera vittoria per la resistenza a Gaza e in Palestina e per fermare la brutale e sleale aggressione contro i nostri fratelli oppressi. Si è deciso di continuare il coordinamento e il monitoraggio permanente degli sviluppi, su base quotidiana e permanente».

L’attacco

Intanto secondo la Cnn un piccolo gruppo di agenti di Hamas ha pianificato il massacro contro Israele il 7 ottobre comunicando attraverso una rete di telefoni cablati inseriti nel loro sistema di tunnel per evitare di essere scoperti e intercettati dall’intelligence israeliana. Il media fa riferimento a fonti dell’intelligence Usa. Secondo il rapporto, nell’arco di due anni, Hamas ha evitato di usare cellulari e computer e si è incontrato di persona per pianificare l’attacco attraverso «misure di controspionaggio vecchio stile». E il ministro degli Esteri australiano Penny Wong ha chiesto «pause umanitarie delle ostilità» a Gaza per consentire la consegna degli aiuti e l’evacuazione dei civili. «Il modo in cui Israele esercita il suo diritto di difendersi è importante», ha dichiarato. «È importante per i civili di tutta la regione e per la sicurezza di Israele». Poche ore prima, il governo australiano aveva annunciato il dispiegamento di un «contingente significativo» di truppe e aerei in una località non rivelata del Medio Oriente.

Israele nega i visti all’Onu

E l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha detto che il suo Paese negherà il visto di ingresso a funzionari delle Nazioni Unite dopo l’intervento di ieri del segretario generale Antonio Guterres contestato da Israele stesso. «Viste le sue parole – ha spiegato Erdan alla Radio Militare – negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell’Onu. Del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. È arrivato il tempo di dare loro una lezione».

Credits foto: EPA/Haitham Imad | I parenti di alcuni cittadini palestinesi uccisi fuori dall’ospedale Nasser a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza (25 ottobre 2023)

Leggi anche: