Meloni irritata sulle voci delle tensioni interne, la strigliata al giornalista di Repubblica: «Sfuriata con Salvini? Tutto inventato» – Il video

A margine del Consiglio europeo, la premier parla anche del caso Sgarbi: «Sangiuliano ha inviato tutta la documentazione all’Antitrust. Valuteremo»

Gli scontri sulla Legge di bilancio, il caso Sgarbi, i dissapori con Mediaset. Giorgia Meloni avrà anche incassato una vittoria al Consiglio Europeo con l’accordo sulle nuove risorse per la gestione del fenomeno migratorio. Ma al termine del vertice a Bruxelles sono soprattutto le questioni di casa a occupare i pensieri della premier. Parlando con alcuni giornalisti, Meloni nega qualsiasi nervosismo o scontro con gli alleati di governo. «Non ho problemi né con Salvini né con Tajani né con Mediaset. Con Mediaset il governo ha dei rapporti che si hanno con una grande azienda», ha precisato la premier dopo le indiscrezioni di stampa su presunti dissapori tra Palazzo Chigi e Striscia la notizia per i fuorionda del suo ex compagno Andrea Giambruno. Per quanto riguarda la legge di bilancio, su cui ancora non si è arrivati a un testo definitivo, Meloni precisa: «È prevista un’intensificazione della lotta all’evasione fiscale, ma era giusto chiarire che l’Agenzia delle entrate non potrà accedere direttamente ai conti correnti». In ogni caso, ha aggiunto la premier, il testo è stato «inviato in queste ore dal Ministero dell’Economia e delle finanze a Palazzo Chigi. Sui tempi, assicura la presidente del Consiglio, «ci siamo». E la manovra è «in dirittura d’arrivo».


La sfuriata contro Repubblica

A proposito dei presunti litigi tra Meloni e gli alleati di governo sulla legge di bilancio, la premier se l’è presa con il giornalista di Repubblica Tommaso Ciriaco. «Ne approfitto per dirle che l’articolo che lei ha scritto stamattina era un tantino inventato – ha detto Meloni -. Io non ho fatto nessuna sfuriata a Salvini ieri, non so lei da dove abbia preso questa notizia, mi dispiace…». E il giornalista ha replicato: «Era basato su fonti a lei vicine». A quel punto Meloni ha insistito: «Fonti a me vicine non possono dire una cosa che non è successa. Io non capisco se certi articoli vengano scritti per creare i problemi o per raccontarli». La direzione di Repubblica però non ci sta e precisa in una nota che quanto scritto nell’articolo pubblicato oggi è «frutto di diversi colloqui con fonti politiche e di governo vicine alla presidente del Consiglio». «Tutte le fonti hanno confermato le tensioni riferite – prosegue la direzione di Repubblica – come d’altra parte evidente anche dalle dichiarazioni pubbliche rilasciate oggi da membri di primo piano del governo».


Il caso Sgarbi

C’è poi un altro caso ad agitare il governo in questi giorni. È quello relativo alle polemiche sul sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che secondo il Fatto Quotidiano avrebbe incassato da febbraio a oggi 300mila euro in mostre e premi insieme al suo capo segreteria e alla sua compagna. «So che il ministro Gennaro Sangiuliano ha inviato la documentazione all’antitrust, aspettiamo e valuteremo nel merito», ha spiegato Meloni.

L’incognita del Mes

Infine, c’è il Mes, il meccanismo europeo di stabilità ratificato ad oggi da tutti gli Stati Ue a eccezione dell’Italia. Nei giorni scorsi il pressing di Bruxelles sul governo italiano si è fatto ancora più insistente, ma oggi Meloni si è limitata a replicare così: «Non è utile da parte di nessuno porre questa questione adesso, non si può discutere finché non sappiamo qual è il quadro». La premier ha precisato che al Consiglio europeo di oggi «non si è parlato di Mes». E ha annunciato che un eventuale nuovo rinvio della discussione in Aula sarà decisa «dal parlamento, non sta a me deciderlo».

Credits foto: EPA/Olivier Matthys | Giorgia Meloni parla con la stampa prima dell’inizio del Consiglio Europeo a Bruxelles (26 ottobre 2023)

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