L’accusa di Eylon Levy: «I resti dei bambini uccisi al Kibbutz Be’eri riconosciuti solo con frammenti ossei»

L’analisi del Dna sui reperti trovati nell’area. A parlarne, su X, il giornalista e portavoce del governo israeliano

Per identificare Shani Louk, tatuatrice di 30 anni, rapita da Hamas mentre ballava nel deserto per il rave di Sukkot e in seguito barbaramente uccisa hanno dovuto analizzare un frammento del suo teschio. L’analisi del Dna sta diventando l’unica opzione per ritrovare e identificare gli israeliani scomparsi dopo gli attacchi del 7 ottobre. Alcuni si pensa siano ancora tra gli ostaggi ma in realtà, con l’avanzare dei giorni, arrivano, in base ai reperti trovati e analizzati, anche la conferma dei decessi. «Questi sono i bambini israeliani assassinati del Kibbutz Be’eri. Sono stati torturati, smembrati e poi bruciati vivi. Gli archeologi stanno setacciando le macerie per trovare i loro denti. Questo è stato il massacro del 7 ottobre di Hamas», denuncia con un post su X Eylon Levy, giornalista e portavoce del governo israeliano.


Alcuni reperti trovati a Be’eri

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