L’avvocata Annamaria Bernardini de Pace: «Volevo fare solo la mamma. Il lockdown? Il periodo più bello della mia vita»

Secondo la matrimonialista dei vip, nei divorzi di oggi «gli uomini sono la parte debole»

Si è occupata delle separazioni e dei divorzi delle coppie più celebri d’Italia, tra liti, tradimenti, assegni di mantenimento, divisioni tra coniugi decisi a darsi battaglia. Ma lei, Annamaria Bernardini de Pace, aveva un altro sogno nel cassetto quando era ancora una studentessa di Giurisprudenza. «Volevo fare la mamma e basta, tutta la vita», rivendica in un’intervista alla rivista Sette del Corriere della Sera, «quando ho conosciuto mio marito, all’università perché era il mio professore, immediatamente il mio sogno è stato quello di sposarmi con lui e l’ho fatto esattamente 9 mesi dopo. Lasciando l’università, e con gioia, perché me l’aveva chiesto». La nascita delle figlie, la prima quando aveva appena compiuto 23 anni, è stata per lei l’emozione più grande, per questo poi il lockdown imposto per contrastare la pandemia del Coronavirus è diventato il periodo più bello della sua vita.


Il rapporto con le figlie

La maternità, tanto voluta e ottenuta così presto, non è stata una passeggiata. Quando è tornata a lavorare era sola, doveva occuparsi delle figlie e della carriera, senza nessuno che l’aiutasse. «La domenica mi portavo il lavoro a casa e le piazzavo davanti alla televisione, in un’altra stanza», ricorda la matrimonialista, «se potessi tornare indietro, passerei più tempo con loro. Mi sento ancora in colpa per averle lasciate sole». Questo non le ha impedito di tener fede ai suoi obblighi di madre, di assumersi con impegno tutta la responsabilità dell’essere genitore. «Tutti i no che ho detto alle mie figlie li ho sentiti come botte al mio fegato, ma l’ho fatto per far loro conoscere i limiti», dice, e questo oggi le figlie glielo riconoscono. «Avevo un mio modo di viziarle, perché a mia volta io non ero stata viziata», aggiunge l’avvocata, «oggi sono felice di dare alle mie figlie tutto quello che vogliono, anche perché quando mi sono separata eravamo povere». Proprio in virtù di quel senso di colpa, il lockdown è diventato per lei il periodo più bello della sua vita, perché le ha dato la possibilità di vivere a stretto contatto con figlie e nipoti, tutti nella stessa casa, ad Ameglia nello Spezzino. «Molte famiglie nelle stesse condizioni si sono sfasciate, per me è stato il periodo più bello della mia vita», racconta oggi, «eravamo in nove e ci siamo anche scannati, ma li avrei tenuti lì per sempre». E ancora sui figli, spiega perché ha deciso di rinunciare al mandato in alcuni casi, e del rapporto con i clienti: «Spesso dico loro: “Voi grandi mi pagate, ma io difendo i vostri figli, non voi. Ho mollato un sacco di clienti rinunciando al mandato perché non rispettavano i loro figli. Se è andata così con Totti? È andata così perché c’era troppa gente intorno, e io sono una prepotente e volevo comandare».


Gli uomini sono le vittime

Bernardini de Pace parla anche della differenza con gli anni in cui ha iniziato la professione. All’epoca erano le donne la «parte debole» nei divorzi, la parte da tutelare per garantire una sussistenza economica e il reinserimento sociale. Ma secondo la matrimonialista, oggi non è più così. «Oggi sono gli uomini le vittime», ragiona nell’intervista, «le donne nel frattempo hanno raggiunto gli uomini come capacità economiche e quindi non ha senso che vengano gratificate di qualcosa che possono fare da sole. Ora devo proteggere la parte debole: in questo momento ho il 70 per cento di uomini come miei clienti perché voi non avete idea di cosa sono diventate le donne. Prepotenti, arroganti, furbe».

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