Giani: «In Toscana mezzo miliardo di danni». Gli imprenditori: «Serve l’aiuto dello Stato, ma intanto ripartiamo»

La conta potrebbe salire ancora: ci sono zone ancora sommerse dove i danni non sono stati stimati

In gran parte della Toscana si spala il fango portato dal fiume Bisenzio, nella cui valle ha sede il maggiore polo industriale della regione. La scena si vede alla Beste di Cantagallo (Prato) ma si ripete anche a Oste e Bagnolo di Montemurlo, a Montale, nella zona pianeggiante vicino a Campi, e a Pantano. Molte altre piccole imprese – la maggior parte ha meno di 15 dipendenti – sono ancora sotto acqua. Se ieri il presidente della regione Eugenio Giani parlava di 300 milioni di danni, oggi «già vedo in mezzo miliardo la cifra degli interventi che dovranno essere fatti sull’area Firenze-Prato-Pistoia, poi c’è da quantificare anche ciò che è avvenuto a Pisa e Livorno», ha spiegato a margine di una conferenza stampa con l’assessore regionale alla protezione civile Monia Monni.


Il fango nelle aziende tessili

«Noi abbiamo perso circa il 90% dei tessuti», racconta Matteo Sani, amministratore delegato della Beste, azienda del tessile da 285 dipendenti con 48 milioni di fatturato lo scorso anno e una previsione – prima delle alluvioni – di 90 milioni per il 2023. «L’altra sera c’erano 15 persone al lavoro. Si sono rifugiate al piano di sopra, quello degli uffici», da dove si poteva vedere il Bisenzio esondare. Dentro abbiamo 25 milioni di euro in macchinari”, dice Sani citato da Repubblica, precisando che i danni andranno valutati. «L’aiuto dello stato? Ovviamente è benvenuto ma deve essere concreto. Intanto abbiamo attivato l’assicurazione». Sorte simile quella della FF di Vaiano, circa 60 dipendenti in uno stabile del 1700 collegato al fiume da un canale che una volta serviva a dare moto ai macchinari. Da lì l’acqua ha iniziato a strabordare. «In certi reparti abbiamo avuto 70 centimetri d’acqua. Fortunatamente i nuovi telai sembrano salvi», spiega il titolare Vieri Favini, in apprensione perché «abbiamo clienti in Romagna che dicono di avere problemi anche con l’assicurazione».


Le gestione dei risarcimenti

Il timore di un effetto Romagna c’è anche per Confartigianato. «Va identificata prima possibile una figura responsabile di tutta la gestione del post emergenza. I problemi di solito nascono in quella fase. In Emilia, senza entrare nel merito di scelte politiche, mi sembra che si vada piano» spiega il presidente Luca Giusti. «Mi è appena arrivato l’aggiornamento su 12 aziende di tessitura che hanno circa 200 macchine alluvionate. E ancora non sappiamo quasi niente di Campi, dove le cose sono difficilissime. In generale, finché non si ritira l’acqua è complicato valutare gli effetti di questa ondata di maltempo».

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