Cisgiordania, arrestata per «incitamento al terrorismo» il volto della resistenza palestinese Ahed Tamimi

Stando a quanto riporta l’esercito israeliano, la 22enne avrebbe invocato in un post poi cancellato lo sterminio degli israeliani

L’attivista palestinese Ahed Tamini è stata nuovamente arrestata dalle truppe israeliane. L’Idf ha fatto irruzione nella sua abitazione a Nabi Saleh in Cisgiordania: ha riferito la madre, Narimam Tamimi, sui social. Nel 2018, a soli di 17 anni, era stata fermata dopo aver spinto, schiaffeggiato e preso a calci due soldati di Israele. Giudicata colpevole di quattro dei 12 capi d’accusa a suo carico – incitamento, assalto aggravato e impedimento a ciascuno dei due militari di portare avanti il loro lavoro -, la giovane dalla folta chioma di capelli riccissimi era stata condannata a otto mesi di carcere e a una multa di 5000 shekel (circa 1150 euro). Un gesto che l’aveva trasformata nel simbolo della lotta palestinese contro l’occupazione israeliana. Questa volta – stando a quanto riporta Haaretz citando l’esercito israeliano – sarebbe stata arrestata per aver pubblicato sui social un post rivolto ai coloni: «Vi aspettiamo in tutte le città della Cisgiordania. Vi massacreremo e direte che ciò che vi ha fatto Hitler era uno scherzo. Berremo il vostro sangue e mangeremo i vostri teschi». Un portavoce dell’Idf ha fatto inoltre sapere all’Afp che la 22enne «è sospettata di incitamento alla violenza e attività terroristiche». 


L’arresto del 2018

Il primo arresto dell’attivista palestinese risale a cinque anni fa. La vicenda comincia il 14 dicembre del 2018: Mohamed Tamini, cugino di Ahed, all’epoca quattordicenne, viene colpito alla testa da un proiettile di gomma sparato da un militare dell’Idf durante una protesta contro l’annuncio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di voler trasferite l’ambasciata statunitense a Gerusalemme. La pallottola gli rompe la mascella e gli perfora la parte sinistra del cervello. Sopravvive alla sparatoria, ma perde metà del volto. I soldati cercano, poche ore dopo, di entrare nell’abitazione della giovane, ma la giovane spintona e cerca di schiaffeggiare entrambi. La madre, Narimam Tamimi, riprende la scena e il filmato diventa immediatamente virale sui social. Durante il processo a suo carico, il giudice del tribunale militare israeliano chiede all’adolescente: «Come hai fatto a dare uno schiaffo a un nostro soldato?». La risposta: «Toglietemi le manette e vi faccio vedere». Dopo la sua incarcerazione, la comunità locale – di meno di 500 persone e completamente circondata da insediamenti israeliani -, nonché attivisti e associazioni di tutto il mondo si sono mobilitati per la sua liberazione. Pochi giorni dopo il suo rilascio, 29 luglio 2018, anche lo street artist italo-olandese Jorit Agoch è stato imprigionato e rilasciato il giorno seguente dalle autorità israeliane per avere raffigurato il viso di Ahed Tamimi sul muro che divide la Cisgiordania da Israele, sul quale sono dipinte anche le opere del britannico Banksy


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