Stupro a Priverno, il racconto sui social: «Sei ore nascosta tra i rovi per sfuggirgli»

La donna accusa un cittadino marocchino

Una donna di 30 anni di Priverno, in provincia di Latina, ha accusato un suo conoscente di averla stuprata e poi abbandonata in uno stabile. I fatti risalgono alla notte tra il primo e il 2 novembre. Secondo la ricostruzione della presunta vittima la donna stava camminando a piedi quando l’accusato, 22 anni, le ha offerto un passaggio con il suo scooter. «Era un conoscente, avevo fretta di tornare da mia figlia, ho accettato il passaggio e ho sbagliato. Ma solo per questo è stato giusto subire tutto ciò?». Poi è stata portata in un rudere abbandonato e lì è avvenuta la violenza. «Ricordo le sua urla, la sua violenza carnale, i suoi pugni in testa», ha scritto la donna sui social network.


Il racconto

«Ho reagito nel momento in cui ero sicura di non sbagliare e di riuscire a scappare. Ho sopportato il freddo nuda, 6 ore in mezzo alle spine e agli alberi per non farmi trovare, perché mi ha cercata per ore», ha aggiunto nel racconto riportato oggi da Il Messaggero. «Quando non mi ha più cercata e quando sentivo che il mio corpo non si muoveva più perché intorpidito dal freddo e dallo shock, pur di trovare un’uscita sicura dove poter chiedere aiuto, mi sono portata avanti al petto tutti gli alberi, i rami e le spine camminando nel buio pesto in cerca di una via di fuga». E ancora: «Volevo soltanto questo: tornare da mia figlia, la mia unica ragione di vita. E per sei interminabili ore sono rimasta bloccata lì, ma non ho mai dubitato che sarebbe andato tutto bene. Ora ho il corpo ricoperto di ferite ma non è stato nemmeno un pizzico rispetto al dolore della lontananza di una madre dalla propria figlia. Non sono io che mi devo vergognare! Ma quell’essere che credeva che avrebbe schiacciato una donna. Forse è riuscito a farmi del male, ma non conosceva la forza di una mamma. E questa frase la dedico a lui: non ti farò vincere nemmeno un giorno di più regalandoti la mia tristezza o il mio dolore».


I soccorsi

Poi la donna è stata aiutata da un’altra persona, che l’ha portata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. I medici hanno dato una prognosi di dieci giorni riscontrando un trauma cranico, contusioni ed escoriazioni multiple. Poi lei è andata dai carabinieri per denunciare. I militari hanno individuato il presunto aggressore: si tratta di un cittadino marocchino in Italia senza fissa dimora. Ora è in carcere per violenza sessuale. Alle domande del Giudice delle Indagini Preliminari Mario La Rosa ha risposto negando la violenza. Ha sostenuto invece che lui e la vittima avevano una relazione da una ventina di giorni e che quella sera è andato al bar. Il giudice ha accolto la richiesta di arresto della pubblica ministera Daria Monsurrò.

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