«Sono l’unico presidente del Consiglio che ha voluto, alla fine del suo governo, la sfiducia del parlamento. L’unico della storia italiana. E questo perché ritengo che il parlamento sia il centro del paese. E questa riforma spazza via il parlamento, non la voglio». A Piazzapulita Romano Prodi boccia senza appelli la riforma costituzionale proposta dal governo Meloni, che punta al premierato con l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Un progetto che secondo Prodi è sbagliato e non risolve il problema della governabilità. «Se vogliamo stabilità basta una buona legge elettorale, per esempio a due turni. Il Mattarellum c’era quasi, bastava appena appena completarlo, sistemarlo», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio, «i problemi di governabilità si risolvono con una legge elettorale di maggioranza, non c’è bisogno di levare i poteri al presidente della Repubblica. Con l’elezione diretta del presidente del consiglio il presidente della repubblica non conterebbe più nulla, non c’è dubbio». Rispondendo alle domande di Corrado Formigli, spiega perché secondo lui la premier spinge per cambiare la struttura costituzionale: «Meloni vuole fare la riforma ora perché essendo al governo, con un’ampia maggioranza, ci vuole rimanere». Ma avverte: «Lo slogan: “Diamo stabilità con un uomo forte” ha sempre avuto un suo fascino. La democrazia è complicata, vuol dire riflessione, mentre l’uomo singolo vuol dire emozione. Il governo in questo momento vuole attrarre un’emozione. E ci riesce. Ma attenzione che quando poi si discuterà a lungo sul problema, l’emozione finirà con l’essere meno importante».
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