«Avevo solo 15 anni, mi sono prostituita per soldi. Se potessi tornare indietro non lo rifarei»

Nel processo a Roma sulle baby squillo la testimonianza di una delle due vittime

«Avevo solo 15 anni e mi sono prostituita per soldi. Ma poi con il tempo mi sono schifata». Comincia così la testimonianza di Serena, oggi 22 anni, nel processo all’architetto e fotografo Massimiliano Bonanni. Il 55enne è accusato di prostituzione minorile. Un suo amico che svolgeva la stessa pratica ha già ricevuto una condanna. La storia è quella delle baby squillo, finita su tutti i giornali qualche anno fa. La ragazza, da testimone, ha raccontato in tribunale di essere stata spinta a concedersi in cambio di denaro. Ad aver pagato le sue prestazioni sessuali, immortalate in un video, Bonanni e l’altro cliente (Stefano Grimaldi). «Capitemi, avevo solo 15 anni, e all’inizio mi sono prostituita per guadagnare. Ma poi con il tempo mi sono schifata. Di quello che ho fatto e che ho patito. E di quello che sono stata persuasa a fare», ha detto. Grimaldi ha già ricevuto una condanna a 7 anni di carcere. Il Corriere della Sera Roma racconta che i due si sono fatti riprendere con la ragazza e un’altra vittima della storia. Che ha testimoniato a sua volta: «Mi sono fatta convincere dal pensiero del denaro facile. L’ho fatto perché ero ingenua. Vedevo la mia amica che aveva tanti soldi in tasca. Però se potessi cancellerei tutto». Grimaldi aveva organizzato un concorso di bellezza, “Miss ragazza number one”. Tra i componenti della giuria c’era anche Bonanni. Poi arrivano gli incontri. Il primo è in uno studio sulla Casilina. «All’inizio le foto sono state normali. Cullavo il sogno di entrare nel mondo della moda. Poi è tutto cambiato. Le foto sono diventate oscene. Guadagnavo tra i 100 e i 200 euro a prestazione. Sono arrivata ad avere anche cinque rapporti in un giorno. Ho la nausea a parlarne», racconta Serena. Nel novembre 2018 Grimaldi viene arrestato. Bonanni finisce indagato solo in un secondo momento. Ora deve affrontare la sentenza.


Leggi anche: