La nomina di Geronimo La Russa al Piccolo di Milano: «Mio padre era contrario»

Il figlio del presidente del Senato: Sala? Un atto dovuto

«Ho un cognome importante, lo so, ma ho anche 43 anni. Cosa devo fare? Devo annientare la mia vita e le mie passioni e aspettare il giorno in cui mio padre non darà più fastidio a nessuno?». Geronimo La Russa, presidente di Aci risponde così in un’intervista al Corriere della Sera alle polemiche sulla sua nomina nel cda del teatro Piccolo di Milano. Nel colloquio con Maurizio Giannattasio La Russa jr dice che le parole di Sala gli hanno fatto pensare «più a un atto dovuto del sindaco di una giunta di sinistra che ad altro. Io lotto per un mondo che non abbia preconcetti». Poi ricorda che è stato proprio Giuseppe Sala a nominarlo nel consiglio di amministrazione di M4, la società che si occupa della nuova linea della metropolitana.


Il figlio del presidente del Senato aggiunge anche di aver guardato «la composizione di vari cda di istituzioni culturali, sicuramente tutte persone bravissime, ma tanti nomi di politici o ex politici di sinistra. Perché La Russa non va bene, e altri sì?». E sottolinea che il padre Ignazio La Russa non è intervenuto per la sua nomina, «è anzi contrario. Vorrebbe che mi dedicassi solo a mandare avanti lo studio legale perché è quello che mi dà da vivere. Altro che incarichi e poltronifici. Sono fake news. Al di là dello studio legale, c’è l’Aci dove sono stato eletto e non nominato e una società privata con l’amica Barbara Berlusconi che conosco da 20 anni e con i suoi fratelli. E sottolineo che nessuno ricorda che l’incarico al Piccolo è gratuito. L’unica nomina remunerata è quella in M4 avuta dal sindaco». Infine: «Se avessi voluto ruoli chiave avrei fatto delle scelte di vita diverse e ora magari sarei in politica. Le accuse di parentopoli mi fanno sorridere, voglio coltivare le mie passioni e continuare a fare qualcosa per il prossimo».


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