Pale eoliche superconomiche finanziate anche da Bil Gates: cos’è il progetto Airloom

La startup del Wyoming ha ricevuto un finanziamento dal fondo del miliardario americano. E ora promette di rivoluzionare il mercato delle rinnovabili abbassando i costi

Più che pale eoliche a qualcuno ricordano degli stendibiancheria. Secondo alcuni esperti, però, potrebbe rivoluzionare il mercato delle rinnovabili. Negli Stati Uniti, la startup Airloom Energy – con sede nel Wyoming e finanziata anche dal fondo Breakthrough Energy Ventures di Bil Gates – ha presentato un nuovo modello di turbina per la produzione di energia eolica. L’aspetto delle turbine è profondamente diverso a quello a cui siamo abituati, con piloni alti solo 25 metri. E il vantaggio è soprattutto economico. Il nuovo sistema messo a punto da Airloom Energy promette infatti di abbattere i costi di produzione e installazione degli impianti, sia terrestri sia offshore.


Come funziona

La tecnologia presentata dalla startup americana prevede una sorta di «anello volante»: una serie di piloni disposti su un terreno e che compongono un perimetro ovale. All’estremità di questo perimetro viene agganciata una rotaia su cui scorrono alcune pale alari, alte dieci metri e montate verticalmente. Quando vengono mosse dal vento, queste pale scorrono in orizzontale, generando energia. Un sistema tutto sommato simile al funzionamento delle pale eoliche tradizionali, ma meno costoso ed esteticamente meno ingombrante. Airloom ha appena incassato un finanziamento che gli permetterà di far partire i primi progetti e promette che i costi della realizzazione di un parco eolico corrispondono a circa il 25% di quelli attuali.


I dubbi degli esperti

Va ricordato però che la tecnologia è ancora ai primi stadi di sviluppo e la sua effettiva applicabilità è tutta da dimostrare. Ci sono alcuni dettagli infatti che stanno facendo storcere il naso agli esperti. Per esempio, la posizione dell’impianto a terra, che ha il vantaggio di ridurre l’impatto sul paesaggio ma rende la produzione di energia meno efficiente. Oppure il processo di installazione del «tracciato alare», che ad oggi necessita di 40 camion di cemento per essere fissato a terra. L’alternativa presentata da Airloom, insomma, sembra aver catturato l’attenzione soprattutto per i vantaggi economici. Ma per capire se diventerà davvero un’alternativa alle pale eoliche tradizionali c’è ancora tanta strada da fare.

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