Casaleggio demolisce il M5s: «Perché non andrà da nessuna parte». Grillo da Fazio? «Non serve commentare»

Il figlio del cofondatore del Movimento, a capo dell’associazione Rousseau, elenca all’Adnkronos una serie di critiche rivolte a Conte

«Io sono dispiaciuto di quello che è diventato oggi il Movimento 5 stelle, perché non c’è più una partecipazione dal basso e quella che c’è è di facciata». Dopo l’intervista di Beppe Grillo nel salotto televisivo di Fabio Fazio, è un altro volto storico del Movimento 5 stelle a intervenire sulla creatura politica fondata dal comico e da Gianroberto Casaleggio. È il figlio di quest’ultimo, Davide, a commentare lo stato in cui versa il partito guidato da Giuseppe Conte. All’Adnkronos, il numero uno dell’associazione Rousseau non può che partire dall’ospitata di Grillo a Che tempo che fa: «Ho ascoltato quello che è stato detto, posso dire che l’approvazione verso una gestione precedente è sempre apprezzata». Un commento alquanto timido. «Io cerco di non interpretare le parole altrui. Grillo ha parlato più di un’ora e credo che il suo pensiero lo abbia espresso benissimo da solo, senza aggiunte da parte mia».


Se Casaleggio sorvola sulle esternazioni di Grillo, non risparmia invece critiche all’operato di Conte e alla trasformazione impressa al Movimento: «Avere i monocandidati da approvare dal basso o le monoliste già confezionate non è democrazia dal basso, è un utilizzo di puro marketing che però non funziona, perché poi i risultati elettorali si vedono». Per Casaleggio, il Movimento di oggi ha tradito il suo impianto ideologico originario: «Ogni Movimento, ogni comunità o partito deve avere delle fondamenta su cui basarsi e oggi le fondamenta sulle quali era stato costruito il M5s non ci sono più». E torna sul tema della partecipazione: «Oggi non esiste, i candidati sono scelti da poche persone chiuse in una stanza, tra l’altro è quello di cui ci lamentavamo sempre con il M5s parlando di altri. E adesso sta succedendo in tutte le occasioni con il Movimento». E ancora, altre giravolte contestate: «Oggi il finanziamento pubblico è diventato centrale nella strategia del M5s. Si parla di pacifismo e il Movimento ha votato più volte a favore dell’invio di armi in contesti di guerra, cosa contro la quale ci eravamo battuti. È ovvio che se non ci sono le fondamenta non si può andare da nessuna parte».


Le lamentele sono tante: «Quello che vedo è che le persone che oggi stanno guidando il progetto non si basano sulle battaglie che abbiamo portato avanti negli ultimi 15 anni. Questo ovviamente fa sì che le persone siano disorientate e siano tornate sostanzialmente all’astensionismo. Alle scorse politiche 6 milioni di voti sono mancati all’appello, gli elettori erano disgustati». Poi, Casaleggio invita Conte a rinominare «il suo progetto» e a non prendere in prestito quelle «fondamenta che non condivide». Si torna sempre sulla partecipazione dal basso e l’intervistato riporta l’esempio delle ultime amministrative in Trentino-Alto Adige, dove il Movimento è rimasto fuori dai due consigli provinciali e della Sardegna, dove è stata candidata Alessandra Todde: «Alle ultime Europee, 5 mila persone hanno potuto candidarsi, e tutti gli altri iscritti, centinaia di migliaia, hanno potuto partecipare alla loro scelta. Oggi, lo vediamo con le Regionali, la scelta dei candidati è fatta completamente in stanze chiuse ed è un percorso che non funziona».

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