Sciopero 17 novembre, Landini e Bombardieri confermano la riduzione dell’orario di stop dei trasporti: «Solo dalle 9 alle 13»

Nella sede della Uil, i segretari dei due sindacati che hanno indetto la manifestazione «Adesso basta!» danno le loro spiegazioni sullo scontro con il governo e il garante

Centro Convegni Bruno Buozzi, la conferenza stampa di Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini sulla mobilitazione di venerdì 17 novembre parte da una considerazione: i segretari di Uil e Cgil continuano ad attribuire allo sciopero le caratteristiche di “generale”. E, per questo, si oppongono alla delibera dell’autorità garante che ha supportato la precettazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. L’incontro con i giornalisti inizia con la proiezione di un collage di video in cui si vedono Giorgia Meloni e il vicepremier leghista promettere varie cose, tra cui un miglioramento del sistema pensionistico e l’abolizione della legge Fornero. Un taglia e cuci di comizi e ospitate televisive che, inevitabilmente, mostra le contraddizioni con il contenuto della legge di Bilancio 2024. Ma c’è anche un filmato di Salvini in cui esorta tutti i lavoratori a fare uno sciopero di tre giorni: «Fermare l’Italia per tre giorni, da Nord a Sud, la prima settimana di novembre. Blocchiamo tutto, 6, 7 e 8 novembre, la gente non compra più nulla, chiusi i negozi e torniamo a votare».


Landini, allora, esordisce così: «Gli stessi che avevano come obiettivo la tassa sugli extraprofitti, l’aumento delle pensioni, adesso precettano la mobilitazione che condivide proprio quelle idee. Siamo in presenza di una schizofrenia. Non era mai avvenuto che il governo impedisse ai lavoratori del settore trasporti di scioperare. Ecco, per quello che ci riguarda, c’è una ragione in più per confermare le mobilitazioni: praticando quel diritto, difendiamo per tutti il diritto sacrosanto allo sciopero. Contemporaneamente, siccome siamo persone responsabili, facciamo anche i conti con la precettazione. Vorrei chiarire: se fossimo rimasti soltanto nell’ambito di quello che aveva indicato la commissione, senza atto di precettazione, qualora avessimo confermato lo sciopero, eventuali sanzioni avrebbero riguardato solo le organizzazioni sindacali. Con l’atto di precettazione, si introduce un elemento in più: mette a rischio i lavoratori, non solo per le sanzioni economiche individuali, ma anche per le conseguenze penali». Preso atto di ciò, il segretario della Cgil conferma che lo sciopero del settore trasporti si terrà solo dalle 9 alle 13.


Le motivazioni con cui Salvini ha ridotto lo sciopero

«Alcune motivazioni che hanno portato il ministero dei Trasporti a fare la precettazione sono in contrasto con la legge 146», quella che regola lo svolgimento degli scioperi nei settori dei servizi essenziali. La precettazione, che dovrebbe avvenire solo in ragione di determinate urgenze, in questo caso indica invece alcune necessità che non appaiono inderogabili: «L’andamento del turismo nel nostro Paese, l’aumento del traffico sulle strade e, addirittura, dicono che l’autorevolezza delle sigle determinerebbe un’alta partecipazione e, perciò, bisogna precettare i lavoratori». Landini sottolinea che la sua non è «una caricatura», ma «l’hanno scritto». E aggiunge: «Non solo il ministro che ha firmato l’atto, ma tutto il governo si deve assumere la responsabilità di aver messo in discussione questo diritto. Ad ogni modo, confermiamo tutte le mobilitazioni», modificando solo quella del settore trasporti, con la riduzione degli orari. E, annuncia Landini, «ci riserviamo di valutare tutte le azioni per difendere questo diritto costituzionale».

Bombardieri: «Mai successo nella storia repubblicana»

Bombardieri condivide la preoccupazione per quello che Landini definisce «un atto senza precedenti, mai avvenuto dal Dopoguerra ad oggi». E, integra il segretario della Uil, «noi in questi giorni abbiamo evitato la polemica entrando nel merito delle questioni, ma quando ci sono attacchi così violenti non possiamo stare zitti. La violenza non è solo fisica ma anche verbale. Se un ministro si permette di dire che si fa sciopero per fare il fine settimana lungo, offende i lavoratori. Queste affermazioni sono tanto più gravi, quanto poco rispondenti a quello che è accaduto in passato. Noi siamo sindacati, non siamo sindacati di sinistra, teniamo alla nostra autonomia dai partiti e pretendiamo da chi governa il Paese comportamenti coerenti con la Costituzione, quindi chiediamo rispetto. Non è mai successo nella storia repubblicana che una commissione mettesse in discussione uno sciopero generale. Siamo stati attaccati in questi giorni e siamo sicuri che saremo attaccati anche nei prossimi. Ma a chi ci attacca dico: non ci fate paura, anzi otterrete un effetto contrario». Bombardieri accusa la presidente del Consiglio di connivenza con l’atteggiamento di Salvini: «Se Meloni, non interviene su quanto affermato dal suo vicepremier, dobbiamo pensare che sia d’accordo con questa campagna, con questa modalità aggressiva di attaccare i sindacati».

L’attacco al senatore leghista Borghi

Dopodiché, Bombardieri si domanda se i lavoratori dei trasporti «hanno diritto di scioperare», secondo la commissione di garanzia. «Non è mai successo che una commissione mettesse in discussione uno sciopero generale. Quando abbiamo valutato le date, abbiamo proprio scelto una sola giornata per i trasporti proprio per evitare disagi». Il segretario solleva anche dei dubbi sull’imparzialità della commissione che, al suo interno, vede «tutti i membri che hanno lavorato con i governi di destra». C’è anche chi, nel centrodestra, ha ventilato la possibilità che questo scontro tra Cgil e Uil possa giovare a una possibile candidatura dei due segretari alle prossime elezioni europee. Su questo, Bombardieri fuga ogni dubbio: «Non c’è nessuna intenzione di candidarci. Sta cominciando un’opera di delegittimazione». Poi, Bombardieri chiede il permesse a Landini di «togliersi un sassolino dalla scarpa». Mostrando una slide con le presenze in Aula del senatore leghista Claudio Borghi, dice: «La percentuale della sua presenza in Aula è al 35%. Questo per rispondere alle sue accuse di non aver partecipato all’incontro con Salvini perché avevamo cominciato il weekend lungo».

«Persino Renzi, quando criticavamo il suo Jobs Act, si oppose all’ipotesi precettazione»

«Sappiamo che diamo fastidio, ma se ne dovranno fare una ragione», aggiunge il segretario generale della Uil. Rispondendo a chi gli chiede un commento sulle parole di alcuni esponenti del governo, ovvero che i sindacati sono politicizzati, afferma: «Se il sindacato fa una proposta, fa una proposta di politica sindacale a tutela dei diritti e delle persone. Questo accade in un Paese normale, a meno che non si pretendano solo sindacati che abbassino la testa e annuiscano come i cagnolini sui cruscotti delle auto negli anni ’70. La nostra autonomia è chiara. Questi ministri che ci accusano di fare politica, dovrebbero spiegare cosa hanno fatto per migliorare la Fornero o per le donne di opzione donna». E ancora: «No so se il governo sia contro i sindacati, ma certo non troviamo la volontà da parte del governo di ascoltare i sindacati. Persino Matteo Renzi, non amico dei sindacati, quando abbiamo deciso di scendere in piazza contro il Jobs Act, impedì a un suo ministro di fare ricorso alla precettazione».

Il video della conferenza stampa

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