Dopo giorni di polemiche, interviene anche Giorgia Meloni sullo sciopero (precettato) di venerdì 17 novembre. E lo fa difendendo la posizione di Matteo Salvini e promettendo che «non è intenzione del governo modificare la normativa sul diritto allo sciopero». A margine della sua visita alla mostra su Tolkien a Roma, la premier ha parlato per la prima volta dell’agitazione prevista per questa settimana. La precettazione dello sciopero firmata dal ministro dei Trasporti, assicura Meloni, «è stata una decisione assolutamente condivisa» nel governo. Una decisione, aggiunge la premier, che è stata dettata «dall’indicazione di un’authority indipendente». In altre parole, non è stata «una scelta politica ma una scelta di mediazione fra due diritti che vanno entrambi garantiti e per cui esiste un’autorità indipendente». Oltre a difendere la precettazione voluta dal vicepremier Salvini, Meloni ha voluto assicurare che l’esecutivo non ha alcuna intenzione di modificare la normativa sul diritto allo sciopero.
Il riferimento è a una dichiarazione fatta oggi dal leader leghista: «La legge me lo permette (di firmare la precettazione – ndr), non abbiamo bisogno di blocchi, fermi e scioperi, ma di correre e produrre», ha detto Salvini. Frasi che sono state accolte con un’ondata di sdegno dai sindacati. «Se pensate di farci paura vi sbagliate, otterrete l’effetto contrario», ha tuonato Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil. A lui ha fatto seguito il leader della Cgil Maurizio Landini, che ha invitato tutto il Paese a «scendere in piazza». A mettere i puntini sulle “i” ci pensa Giorgia Meloni: «Credo che il vicepremier Salvini semplicemente abbia fatto riferimento a un’indicazione che arrivava da un’authority indipendente, cioè cercare di mettere insieme il tema del diritto allo sciopero con quello dei servizi pubblici e il diritto dei cittadini. Ma non c’è allo stato attuale nelle intenzioni del governo quella di modificare il diritto allo sciopero».
Credits foto: ANSA/Maurizio Brambatti | La premier Giorgia Meloni all’uscita della Galleria Nazionale d’Arte Moderna dopo la visita alla mostra di Tolkien a Roma (15 novembre 2023)
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