Il caldo novembre d’Italia: «Aumento delle temperature doppio rispetto alla media mondiale. La colpa è del Mediterraneo»

I motivi: la circolazione atmosferica e i mari più caldi

Oggi è il 16 novembre, o secondo una locuzione ironica diventata molto popolare sul web: il 108 di agosto. A giudicare dalle temperature (e dalle zanzare), infatti, sembra di essere più vicini all’estate che al Natale, nonostante il calendario dica il contrario: da oggi a Roma si potranno accendere i riscaldamenti, ma ieri si sono sfiorati i 24 gradi. Saliti a 27 in provincia di Catania, 26 a Pescara, 25 in Puglia, da Bari a Lecce. Livelli che non precludono nemmeno i bagni al mare, e che superano ampiamente le medie del periodo. Il motivo, neanche a dirlo, risiede nei cambiamenti climatici, come spiega la Repubblica citando le parole di Pierluigi Randi meteorologo e presidente dell’Associazione meteo professionisti (Ampro): «La temperatura media globale dal 1980 è aumentata di otto decimi di grado, che sono tantissimi, ma da noi l’aumento è stato di 1,7 gradi: significa che qui, come in generale su tutto il Mediterraneo per via della circolazione atmosferica e dei mari più caldi, il tasso di aumento di temperatura è il doppio rispetto alla media planetaria e questo è davvero preoccupante».


Il ruolo del Mediterraneo

Il mare che bagna le coste meridionali dello Stivale, infatti, intensifica gli effetti degli eventi estremi (come l’alluvione in Toscana), dal momento che porta a un accumulo di energia. Ma non dovrebbero essere solo gli eventi estremi a metterci in allerta: . «Ad esempio, inverni che tarderanno ad arrivare, come questo – spiega Randi – . Attualmente c’è una condizione particolare: fa più caldo sui rilievi che in pianura. Ora iniziano a strutturarsi le inversioni termiche soprattutto in Pianura Padana, ma lo strato di aria fredda è quasi inerte, la circolazione è debole e senza venti e ricambi di massa d’aria questo strato rimane sul posto, peggiorando ulteriormente la qualità dell’aria e mantenendo temperature più basse solo nel triangolo padano, mentre sopra questo strato, oltre i 200-250 metri, fa molto più caldo del solito, come in Appennino, zona con temperature sopra i 20 gradi e molto elevate per il periodo».


Una breve tregua

Nei prossimi giorni si prevede un lieve abbassamento delle temperature, grazie a un po’ di aria fredda in arrivo dal nord Atlantico. Ma poi, dal 19 novembre, torneranno a salire. In realtà, «per avere una normalizzazione del campo termico in Italia dovremo attendere almeno la terza decade del mese, quando le temperature saranno davvero nei valori medi tipici del periodo. Attenzione però: venendo da un momento molto mite probabilmente a livello soggettivo avremo una percezione di freddo superiore», ha spiegato ancora Randi. Per poi aggiungere: «A farci riflettere deve essere soprattutto il fatto che tutti gli anni più caldi della storia a livello globale si sono verificati dal 2010 a oggi. La causa principale è chiara: l’eccesso di concentrazione di gas serra in atmosfera dovuto alle emissioni». Secondo il nuovo report dell’autorevole rivista Lancet, se quest’ultime non verranno significativamente ridotte, entro la metà del secolo andremo incontro a un aumento di 4,7 volte dei decessi legati al caldo.

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