Filippo Turetta indagato per tentato omicidio è ricercato dalle polizie in tutta Europa. In un video aggredisce Giulia a mani nude

Emesso un mandato d’arresto europeo diramato dall’Interpol. Sul luogo del litigio sono state trovate tracce di sangue e capelli

Filippo Turetta, il 22enne scomparso da sabato con la ex fidanzata Giulia Cecchettin, indagato per tentato omicidio, è ricercato anche dalle polizie europee. La procura di Venezia ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari un mandato d’arresto europeo, diramato dall’Interpol a tutti i posti polizia europei. L’auto del giovane era stata avvistata un’ultima volta al confine con l’Austria. Nelle mani degli inquirenti c’è un video di pochi secondi in cui si vedrebbe l’aggressione di Turetta all’ex fidanzata. Le immagini acquisite dalla procura di Venezia risalgono a sabato sera, quando la coppia era stata vista per l’ultima volta da un testimone, che aveva raccontato di aver sentito urlare. Le immagini arrivano da una telecamera che punta l’obiettivo sul piazzale di Fossò, poco distante dalla casa di Cecchettin. Nelle immagini si vede il ragazzo colpire a mani nude Giulia, mentre i due litigano in auto. Poi la ragazza che tenta di scappare, lui che la rincorre, la colpisce ancora, fino a farla stramazzare a terra. Giulia sanguinante, viene caricata a forza da Filippo nella sua Fiat Punto nera, che poi si dilegua. In quello stesso parcheggio erano state trovate tracce biologiche, come macchie di sangue e alcuni capelli. Da qui è scattata l’iscrizione nel registro degli indagati per Turetta, accusato di tentato omicidio. La procura ha così disposto una serie di accertamenti irripetibili. A cominciare dalle analisi del Dna sui campioni ritrovati. Tra questi, rivela il Corriere della Sera, ci sarebbe anche del nastro adesivo. Gli inquirenti veneziani in una nota hanno spiegato di aver iscritto Turetta nel registro degli indagati «anche a sua garanzia, al fine di consentire le necessarie attività irripetibili». Gli inquirenti spiegano di non voler lasciare «inesplorato alcuno spunto investigativo». Perciò questa mattina, 17 novembre, sono disposte alcune perquisizioni, tra cui una a casa di Turetta a Torreglia, in provincia di Padova. La procura aveva parlato dell’iscrizione nel registro degli indagati di Turetta avvenuta dopo un «primo esito» delle indagini, dopo il ritrovamento delle tracce biologiche e del filmato.


Le ricerche

Le ricerche dei due ragazzi sono ripartite questa mattina con il coinvolgimento anche degli operatori del Soccorso alpino, che stanno esplorando ancora una volta la Val Fiscalina, con l’obiettivo di rintracciare la Fiat Punto nera di Turetta. Lo studente di ingegneria in passato aveva fatto delle escursioni nella zona, spesso fermandosi nella valle ai piedi della Tre cime di Lavaredo. Guardia di Finanza, carabinieri e altre sezioni locali del Soccorso alpino stanno invece setacciando la zona dell’Alta Pusteria, tra i Comuni di Dobbiaco e San Candido con il coinvolgimento, nel complesso, di circa 200 persone. Da ieri 16 novembre sono al lavoro anche i sommozzatori e le unità cinofile, assieme a una sessantina di volontari, impegnati nelle ricerche nella zona della Riviera del Brenta e del Noalese.


Le tracce sospette

Nel corso delle ricerche di ieri, era stato ritrovato un pezzo di tessuto bianco che si sarebbe incagliato nella rete metallica in un’ansa di canneti, nella zona di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, vicino al Castello di Stigliano. Sul pezzo di tessuto si attendono gli esiti dell’esame del Dna, che dovrà accertare eventuali legami con i due ragazzi scomparsi. Sarebbero stati trovati anche dei capelli su un tratto di asfalto, nella zona industriale a Fossò, in provincia di Venezia. Secondo gli avvistamenti che hanno permesso di ricostruire parzialmente l’itinerario dell’auto di Turetta, in quello stesso tratto erano state ritrovate anche tracce di sangue, anche queste inviate al laboratorio dei Ris dei Carabinieri. Le macchie di sangue erano state trovate a sei chilometri dal parcheggio di Vigonovo, che si trova davanti alla casa di Giulia Cecchettin, l’ultimo luogo in cui sono stati visti i ragazzi da un testimone che li avrebbe sentiti litigare.

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